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IL SIGNORE DEL MALE regia di John Carpenter

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76eric     9 / 10  28/05/2011 19:38:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo lo scontro avvenuto con le major Fox ed Universal causa i clamorosi ed inspiegabili flop ottenuti con titoloni come "La cosa" e "Grosso guaio a Chinatown", John Carpenter ci riprova con le produzioni indipendenti a basso costo ( B-movie) e sforna il secondo capitolo di quella che diventerà la famosissima Trilogia dell' Apocalisse.
Probabilmente la sceneggiatura più ingarbugliata ed ambiziosa del regista di Bowling Green, il film poggia il suo interesse su teorie scientifiche quali la fisica quantistica e sul fatto che un qualsiasi oggetto non è reale fino a quando non lo si osserva attentamente, sull' anticlericalità con la Chiesa che protegge e custodisce in una cripta la fonte del Male, dell' Apocalisse, e sull' onirismo, dato dai sogni e dai comandi che il maligno liquido verdastro riesce ad impartire ad alcuni soggetti chiamati a studiarlo, ma anche e soprattutto agli inquietanti energumeni che assediano questi ultimi al di fuori dell' edificio sacro, capitanati dal bianco-cadaverico Alice Cooper.
Per cui temi piuttosto nuovi se confrontati con la filmografia del regista fino ad allora, e personalmente parlando credo che lo stato d' assedio che si percepisce in questo film che da esterno non farà fatica a divenire pure interno, non sia stato mai così asfissiante ed incalzante, anche migliore di quello estremamente paranoico che ci è stato fatto vedere nel capolavoro "La cosa" o ancora di quello che ci è stato fatto provare agli antipodi con "Distretto 13".
Tutti questi ingredienti basterebbero per farlo diventare il miglior film del regista in assoluto, in quanto sarebbero bene miscelati fra loro: dopo una rapida rappresentazione dell' aria che si respira nel luogo che presagisce un qualcosa che non và ed una breve empatia con i personaggi chiamati a studiare il fenomeno paranormale il film sale di tono e regala degli ottimi momenti di tensione, di alta scuola, però secondo me manca un qualcosuccia nel finale, forse è il film che risente di più dello scarso budget a disposizione per la sua realizzazzione.
La testimonianza stà tutta o quasi nella sorta di braccio (?) della creatura, dell' anticristo che si intravvede nel momento in cui la bella, coraggiosa e sfortunata Catherine cerca di portare da dietro lo specchio al mondo reale, ma anche nell' ultima sequenza dove Brian dopo aver perso l' amata comincia ad infilare la mano nello specchio. Un finale aperto, che potrebbe dire alcune cose o magari altre, ma che non è esauriente, e lascia un pochino di insoddisfazione ( almeno per me).
Da contraltare, sempre nelle scene finali, è fantastica la rivelazione del sogno nel quale vediamo finalmente chi si nasconde dietro la sagoma nera.....
L' unico difetto del film stà nella scarsa approssimazione e nella più o meno confusione del finale, però avercene di prodotti così......
Per la riuscita del film, Carpenter riunisce ancora una volta attori aficionados, come il mio mito Donald Pleasence, ancora una volta nei panni di Loomis, ma questa volta è Padre Loomis, i simpaticissimi Victor Wong ( colui che per me ha la miglior parte nel film) e Dennis Dun, visti nel bellissimo precedente "Grosso guaio a Chinatown" e come già detto in precedenza Alice Cooper che non aveva mai partecipato ad un lavoro di John, ma che ha sempre avuto un legame indissolubile con il nostro genere preferito.
Ancora una volta la collaborazione con Alan Howarth alle musiche risulta vincente, queste ultime ossessive e che ben accompagnano ogni momento della pellicola.
Mi spiace dirlo per l' enorme attrazione che nutro nei confronti delle sue pellicole, non tutte però, ma della Trilogia è il film che perde qualcosa nei confronti del suo predecessore ( voto 10) ed anche del suo successore ( altro 10 a correzione del 9,5 che detti in sede di recensione). Insomma qui la parola Capolavoro stà più stretta e la si dice con minor entusiasmo.