wega 7½ / 10 18/07/2008 20:43:12 » Rispondi Il cinema noir verso gli anni '50 era completamente diverso dal classico archetipico di questo filone di inizio anni '40. Il noir stava essenzialmente scomparendo come logica conseguenza evolutiva; il colpo di grazia lo diede Loughton con il suo unico film a metà anni '50, da lì in poi ci saranno i polizieschi veri e propri di Aldrich e compagni. Principale precursore di questo cambiamento credo sia stato essenzialmente Otto Preminger, che ha portato l'alone "mistery" che già contraddistingueva "Vertigine", la sua prima opera. A lui si sono affiancati, se non ispirati, altri autori, uno su tutti Billy Wilder, regista di cinema nero totalmente diverso, tanto da omaggiarlo, offrendogli prove attoriali che tutti conosciamo, come era suo solito fare in termini di stima professionale. "Il segreto di una donna" ha molto in comune con "Vertigine", è la storia di un triangolo ambiguo dove realtà e verità restano indefinite, tipicamente Premingeriano. Una donna cleptomane affetta da schizofrenia, un marito medico "cieco" incapace di riconoscere un male latente, ed un'altro medico, forse altrettanto malato nell'intenzione di sfruttare questo male. Sarà proprio attraverso l'esericizio professionale dei due, che Preminger, tratterà il tema dell'ambiguità. Personalmente ho preferito molto "Laura", ma trattasi comunque di una pellicola godibilissima. Regia leggerissima, nel senso più poetico del termine.