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LA CLASSE - ENTRE LES MURS regia di Laurent Cantet

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  13/10/2008 19:36:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un buon film, ma si prende troppo sul serio. Cantet realizza un "compito in classe" (ehm) praticamente perfetto, ma tutto sommato privo di vera anima.
Giocare di sottrazione è sicuramente un obiettivo benevolo ai fini di evitare il ricorso agli stereotipi, ma il punto è che "La classe" non sembra (o non è) tanto coraggioso e invadente come si dice in giro, o come ci si aspetta da un autore sensibile come Cantet (ho ancora i nervi scossi, a distanza di anni, dal suo "Emploi du temps").
Sotto sotto, prevaricante una celata ma evidente grandeur francese (si veda anche l'ormai insostenibile diatriba calcistica Matterazzi-Zidane, per intenderci).
Diciamo allora che il film è spocchiosetto, perchè la realtà non è mai tutta in bianco e in nero,e la controparte non ha modo di respingere le accuse al mittente: se esistono studenti de(l)generi(e) esistono pure insegnanti sciagurati, che compromettono non poco la crescita umana e culturale di un'individuo.
Il punto di forza del film è rappresentato dall'efficace descrizione delle etnìe, o la stessa persecuzione del "diverso" (in questo caso un dark), il monolitismo di gruppo che trova stimolante sfogare la propria rabbia contro la collettività (cfr. i compagni di classe) di cui fa parte...e per questo la prima parte gira alla grande, con le divergenze etniche le difficoltà di inserimento le problematiche ambientali (i banlieu) e familiari e linguistiche, tutti disagi che nel film di Cantet si percepiscono ma non vengono mai del tutto approfonditi...
viene da chiedersi: la scuola educa veramente? Perchè non mi basta dire che esiste un mondo giovanile coatto dove l'unica spiegazione plausibile diventa l'atteggiamento neutrale e dissociato, per non dire "bullista", dei ragazzi...
il prof. Francois sembra impotente davanti all'assoluta ignoranza di questi giovani, all'apatia e al disinteresse dei loro sguardi ("Non capisco quello che facciamo" dice una studentessa) ma inconsciamente ammicca allo spettatore, reclamando un aiuto che non possiamo dargli.
A me sembra sempre che il monolitismo istituzionale, con tutto il rispetto per Francois, abbia fatto più danni generazionali di quanto siamo disposti ad ammettere (con i politici inetti che, specialmente in Italia, vogliono affossarlo definitivamente).
Pertanto, stima incondizionata per Cantet, ma avrei voluto un film capace di divorare molta più amarezza anche "oltre le mura", altrimenti saremo sempre in balìa dell'influenza negativa o positiva dell'istituzione e dell'influenza comportamentale che porta la sua esistenza
jack_torrence  19/11/2009 15:16:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film mi ha scosso i nervi (quasi) quanto il capolavoro "L'emploi du temps". Come in quel film, una vicenda particolare, interessantissima (io non vedo tanto una denuncia dei ragazzi quanto dell'impotenza del corpo insegnante qualunque metodo voglia adottare: una desolata constatazione), diventa lo specchio in cui guardare, in piccolo, le dinamiche addirittura globali: il film descrive in una banlieu parigina (location quanto mai adatta...) il caos ingovernabile del mondo all'alba del XXI secolo. E lo fa in modo estremamente illuminante e convincente.
Ciao
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  13/10/2008 20:10:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento acuto come al solito, ma occhio che Cantet non vuole affatto proteggere il proprio insegnante: vuole presentarlo esattamente in tutta la sua misura di essere umano che sbaglia ed ha paura dei propri errori. Tutta la scena del

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER brilla per onestà, con un insegnante terrorizzato all'ipotesi di aver sbagliato a punire il ragazzo, e dilaniato dal timore di aver innescato una reazione a catena che porterà alla sua rovina, simboleggiata

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Le chiavi di lettura sono tante, e se concordo con te nel dire che non può parlarsi di coraggio, trovo sia però doveroso parlare di onestà intellettuale e sensibilità assolute da parte di Cantet.
Freddy Krueger  16/01/2015 11:46:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa intendi con monolitismo istituzionale? Mi sembra di capire che un unico professore non può pensare di insegnare ad un'intera classe?
E l'utlima frase: "altrimenti saremo sempre in balìa dell'influenza negativa o positiva dell'istituzione e dell'influenza comportamentale che porta la sua esistenza" scusa non la capisco xD
ULTRAVIOLENCE78  13/10/2008 19:40:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa, giusto per una curiosità alimentata da una "polemica" delle ultima ore, tra questo ed "elephant" di Van Sant (visto che jellybelly ha fatto una specie di confronto qui sotto) quale preferisci (ammesso che possano essere confrontati). Grazie, ciao.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  17/10/2008 19:11:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sembrano due mondi completamente diversi, soprattutto tenuto conto che il film rispecchia al cento per cento l'europa di oggi