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LA CLASSE - ENTRE LES MURS regia di Laurent Cantet

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Mr.619     8½ / 10  17/11/2011 14:03:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film, diretto da Laurent Cantet, può essere considerato un'antropologia dei rapporti conflittuali e d'insegnamento che si instaurano fra un professore, che prova ad aprire le menti ad una visione panoramica del mondo, ed i suoi eterogenei alunni.I ragazzi, totalmente sopraffatti dai loro pregiudizi e dalle loro diversità, vivono ermeticamente chiusi gli uni nei confronti degli altri, e, di conseguenza, in relazione al mondo.La pellicola, vincitrice della Palma d'Oro a Cannes e nominata all'Oscar come miglior film straniero, è interamente basata sul dialogo, inteso non alla stregua di pura retorica e facile morale, ma come mezzo attraverso il quale poter trovare l'apertura alla soluzione di problemi e patemi esistenziali insiti dentro e fuori la classe.La scelta stessa, da parte del regista francese, di utilizzare come novelli attori alunni "veri",tratti da scuole "vere", lascia intendere in che maniera il sentimento di universalità e coscienza poetica e cinematografica sia profondamente radicato all'interno dell'opera.Ciò che viene rappresentato non è, se così si può definire, un semplice "filmino" della realtà transeunte, ma il delineamento autentico di una situazione storica attuale.La figura dell'insegnante (termine di derivazione qui prettamente socratica) si erge a simbolo e manifesto della dolce illusione di poter insegnare qualcosa ai propri studenti che vada oltre la pura nozione scolastica e didattica, in modo da renderli partecipi di una grandiosa scoperta che li sconvolgerà: la vita.I suoi tentativi di creare un contatto umano con la classe, cosa che si può facilmente intravedere dal suo complesso gesticolare (a tal proposito, una nota di merito va all'attore François Begaudeau), e, soprattutto, il suo continuo soffermarsi sul significato delle parole, rendono chiaro il desiderio, che egli ha, di elevare culturalmente gli alunni, affinchè essi, un giorno, facciano, del loro bagaglio culturale, bagaglio di vita.Egli tende a valorizzare ogni atto espressivo, orale od artistico che sia, da parte dei giovani, in quanto percepito come strumento con cui far sì che, mediante il confronto e la discussione, nasca una visione diversa delle cose che antecedentemente non si poteva possedere (la scelta dell'"auto-ritratto", per conoscere più a fondo se stessi, è di rilevante importanza).Ma, naturalmente, laddove vi sono contrasti e onerosa incomunicabilità, non può che esservi anche tensione e confusione: la scena del consiglio disciplinare diventa esemplare, giacchè rasenta il climax ascendente (e, nello stesso tempo, discendente) che, in seguito, sfocerà nell'ultima rivelazione finale, fatta da un'alunna, tanto umile, quanto, quantunque sia turpe ammetterlo, pessimista: "Professore, io non ho imparato nulla".Ma questo è soltanto l'avvio di una comprensione a livello individuale e collettivo, che lo stesso professore, forse a loro insaputa, ha perpetrato, riuscendo, almeno per coloro che hanno saputo codificare il suo messaggio, nel compito pedagogico che gli è stato affidato: l'educazione e la formazione (la lettura della "Repubblica" di Platone da parte di un'alunna indisciplinata è, ironicamente, "sconcertante" ).Per concludere, "La classe- Entre le murs" è un film dai toni non certo mistificati e mortificati, quadro a sfondo psico-sociale di un'afflitta realtà odierna, in cui però, ed anche in ciò risiede l'importanza della scena finale, è sempre possibile apprendere la dimensione del pensiero e della comunicazione, che, riflettendosi su di sé, permette all'uomo, in fase di crescita soggettiva, di prendere cognizione di se stesso.Reale.