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LA COSA regia di John Carpenter

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Invia una mail all'autore del commento Alan Wake     10 / 10  30/08/2013 15:48:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nato in un periodo fruttuoso e prolifico per il genere fantascientifico, "La Cosa" è ideato su un canovaccio già utilizzato ma rinvigorito: la freschezza e l'ingegno della pellicola lo hanno fatto diventare col tempo, dopo un flop generale iniziale, un cult ed un capolavoro a tutti gli effetti.

Il film narra di un'equipe di ricercatori di una base americana installata in Antartide, terra desolata ed immensa, che ha inghiottito, con l'isolamento e la monotonia, tutto l'equipaggio.
L'isteria causata da una irrealizzabile convivenza sana e pacifica viene presentata subito con una battuta (fittizia e significativa) di Kurt Russell che, dopo aver perso a scacchi contro il computer, lo distrugge dicendo "Sei un lurido baro!", accusa tanto assurda da diventare ironica.
Il panico si scatena quando nella base si introduce un alieno, che si presenta come un nemico imitatore e mostruoso, che, uccidendolo, prende le sembianze di qualsiasi essere vivente. Nelle scene delle mutazioni, spiccano gli effetti speciali di Bottin, spettacolari ancora oggi e invidiati dalle tecnologie moderne, nonché di grande varietà e di forte impatto visivo, non solo perché realistici e curati nei minimi dettagli, ma perché visionari e allucinanti.
La pellicola si presenta, dunque, come un escalation esplosiva, colma di colpi di scena da cardiopalma e momenti di elettrizzante alta tensione, dove l'alieno continuerà a nascondersi con le facce dei protagonisti uccisi ed imitati.
L'alieno camaleonte diventa così un pretesto di odio e accuse, in cui ognuno dei protagonisti alza l'indice contro il suo prossimo, esibendo un'inquisizione insensata e controproducente per la sopravvivenza del gruppo.
Passa, di conseguenza, in secondo piano l'alieno, divenuto il vero superstite che cerca di salvarsi. Difatti, l'alieno non si rivela né come uno sterminatore, né tantomeno come un invasore, bensì come un essere realmente alienato, cacciato e perseguitato dagli umani, tanto che il suo unico piano, dopo essere precipitato sulla Terra, è quello di fuggire.
Carpenter, con una sceneggiatura non sua, dirige un suo classico ribaltamento di fronte, trasformando i buoni nei nemici e viceversa: in questa piccola comunità attaccata da un presunto male, ognuno vede il nemico negli occhi del suo compagno, cosicché il male si può identificare nella stessa comunità, non assalita dall'alieno, ma da una illogica paranoia.
Anche il protagonista, McReady, interpretato da un fenomenale Kurt Russell, diventa un antieroe, mostrandosi come un folle armato e pericoloso tanto da diventare un assassino.
I superstiti umani, uccisi dalla loro stessa ossessione di distruggere la "cosa", non possono che estinguersi automaticamente pian piano.

La fotografia perfetta di Cundey, che illumina le scene notturne con colori caldi e freddi, crea un'atmosfera da incubo che Carpenter dirige alla perfezione, con accuratezza e minuziosità, mostrando un attaccamento ai grandi stili di Hitchcock e Kubrick.
Probabilmente, la maestria di Carpenter e il suo stile musicale avrebbero accentato di più la pellicola, mentre Morricone non si sporge più di tanto, risultando molto più efficace nei titoli di testa.
Anche se la sceneggiatura non proviene dalla sua mano, il regista dirige come se fosse sua, questa pessimistica ode sulla paranoia, che critica l'esagerato e grottesco egocentrismo umano.
Capolavoro affermato del cinema, "La Cosa" rappresenta, probabilmente, la vetta più alta di Carpenter, che rispolvera e ristruttura l'identità del fantascientifico classico, mostrando la sua mano rivoluzionaria e coraggiosa.