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HALLOWEEN: LA NOTTE DELLE STREGHE regia di John Carpenter

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Zero00     10 / 10  12/03/2008 14:00:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capolavoro del cinema horror, raro esempio di soggettivazione del cinema. Michael e la macchina da presa vengono a coincidere. L'occhio di Michael diventa l'occhio dello spettatore e questo accresce enormemente la tensione.

Michael Myers rappresenta il male. Ce lo dice il suo medico, ma lo capiamo anche noi, guardando dal suo punto di vista e osservando il suo modo di fare. Non male in senso religioso, sminuirebbe il personaggio una lettura simile: Michael è il male che ogni essere umano si porta dentro che si oggettiva. E' il primordiale, il primitivo. Myers è Hyde mente gli abitanti della provincia americana sono i Jeckyll.

Le caratteristiche che connotano l'assassino sono tre: la curiosità (basta notare il come guarda il cadavere di uno dei ragazzi quando lo uccide) tipica dei bambini e dei primitivi, la voglia di giocare (che si trasforma in pura violenza - quando è bambino la prima volta, poi quando compie la strage da adulto, ed è sintomatico che prenda di mira ragazzi che si stanno divertendo e che richiamano quell'animalesco e infantile che lui rappresenta - e la baby sitter, che gli ricorda sua sorella), la maschera bianca, anonima, che cancella ogni connotazione che potrebbe differenziarlo da altri (la macchina da presa, appunto).

Tutto questo preannuncia il finale


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Un capolavoro, sintomatica rappresentazione della società americana in cui non è impossibile riconoscere l'essenza del ciname (voyeristica com'è voyerista Myers)

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Zero00  12/03/2008 14:04:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusate gli errori, ho scritto e non ho riletto!