Ciumi 7 / 10 17/06/2010 17:50:56 » Rispondi Carpenter priva il suo mostro di coscienza, dell’infanzia, della parola, dei sentimenti, del volto, di tutto; gli attribuisce un pallore inumano e lo riprende di spalle come se non si conoscesse affatto la sua identità: egli è il Male e nient’altro. Ugualmente il suo film, scarno, senza sangue, senza effetti, senza intrecci, oscillando tra reale e sovrannaturale, con quasi nulla sa creare terrore. E credo che derivino proprio da questa estrema semplificazione, gli aspetti più interessanti e assieme i limiti di ‘Halloween’.
Probabilmente l’introduzione in soggettiva resta la sequenza migliore. E neppure il periodo centrale, tutto sommato, m’è dispiaciuto; dove l’assassino rimane una minaccia appena percepibile ma sicura, un’ombra intravista, il sospetto di una presenza dietro una siepe. Ma tutta la parte finale non mi ha davvero entusiasmato.
Continuo a pensare che il sentimento del terrore nel cinema sia trattato spesso con troppa leggerezza. Si cerca di fare paura, ma non si prova quasi mai a spiegare cosa possa essere la paura.