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PROSSIMA FERMATA: L'INFERNO regia di Ryuhei Kitamura

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oh dae-soo     6½ / 10  13/01/2011 23:40:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Eppure da Clive Barker dovevo aspettarmelo. Quello che lo stesso King definì come suo erede è senz'altro un grandissimo scrittore di genere ma non ha mai dimostrato la stessa poliedricità del Re, che tra una porcata e l'altra ha saputo raccontare anche meravigliose storie fortemente umane e drammatiche, tra l'altro portate con straordinario successo al cinema (Stand By Me, Le Ali della Libertà, Misery e decine di altri). L'inglese invece (da quel poco o tanto che ho letto o saputo) non ha mai saputo completamente staccarsi da un certo immaginario infernale, mostruoso, paranormale, grottesco. Quindi mentre mi stavo godendo un ottimo splatter mi dicevo "quando arriva Clive Barker?". Poi, nel finale l'autore di Hellraiser e Cabal arriva. Purtroppo.
Prossima fermata: l'Inferno (aborto di titolo tratto dal racconto "Macelleria mobile di mezzanotte") è un film che regge perfettamente finchè non vuole fare il salto di qualità, diventare profondo, trascendentale, atavico.
Insomma siamo davanti al classico film che se vuole esser bello delude fortemente, se si accontenta di esser simpatico riesce nell'impresa.
Nelle metropolitane c'è un killer. Se prendi l'ultimo treno e resti da solo stai tranquillo che non esci vivo.
La qualità dello splatter è eccezionale, una delle massime vette che io ricordi, l'atmosfera della grigia metropolitana è esaltata al massimo dall'ottima fotografia. Anche la vicenda si lascia guardare abbastanza, anche se il film risulta un tantino fermo, un lento procedere verso quella che sarà la sorpresa finale, effettivamente sorprendente ma a mio avviso, come detto sopra, punto debole della pellicola.
Non mancano altre debolezze: le scene tra i due fidanzati, noiosissime e in alcuni casi completamente gratuite (quella di sesso soprattutto); più di una sequenza di s*****ttate tirata troppo per le lunghe; comportamenti quantomeno discutibili come il pedinamento del protagonista al killer, così insistito e insensato da farci quasi parteggiare per il macellaio. Però ottime scene come quella del massacro dei 3 amici o quella tra i quarti di bue e una certa atmofera iniziale oscillante tra Jack lo squartatore e Omicidio a luci rosse, rendono la pellicola quasi una chicca di genere. Ovvio, questo non è un film del terrore, la paura non si affaccia mai, sembra più una tarantinata che flirta con l'horror, tutto finchè non arriva Barker e, per fare meglio, fa peggio.
Quindi spegnete il cervello, non cercate chissà quali messaggi o chissà quale coerenza e, se potete, godetevelo.