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DISTRETTO 13: LE BRIGATE DELLA MORTE regia di John Carpenter

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Invia una mail all'autore del commento Alan Wake     9 / 10  19/08/2013 17:59:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Considerato dalla critica come il primo vero lungometraggio cinematografico di Carpenter, questa pellicola è divenuta col tempo un vero e proprio cult rivoluzionario: negli anni '70, quando Hollywood era in procinto di cambiare volto e di proporre nuove tematiche e nuovi franchise, tra i film che diedero vita a questo incisivo cambiamento non poteva non esserci il nome del primo capolavoro di John Carpenter, "Distretto 13 - Le brigate della morte".

Il film inizia mostrando un conflitto a fuoco tra poliziotti e gangster in una zona notturna di Los Angeles, rappresentata come una vera e propria zona di guerra.
Con i criminali in fuga, la polizia decide di aprire il fuoco, uccidendo, così, un gangster.
Carpenter mostra, per la sua prima ma non ultima volta, la sua idea di come i poliziotti siano (perlopiù) delle forze armate e violente, nonché approfittatori del loro potere. Tuttavia è solo uno dei tanti elementi che hanno delineato la filmografia del regista.

Con l'uccisione del gangster, si apre un cerchio di sangue, colmo di vendetta e alimentato dall'odio: i criminali della città iniziano a seminare il panico nelle strade, uccidendo e distruggendo.
Il fato vuole che a finire tra le vittime vi sia una bambina, il cui padre decide, a sua volta, di vendicarla a tutti i costi con la morte del suo assassino, ovvero il capo della gang.
Quest'ultimo non può nulla contro la rabbia omicida di quest'uomo, che lo uccide a sangue freddo.
Si passa di seguito ad un nuovo patto di sangue e di vendetta dei gangster: anche a costo di morire, promettono di uccidere l'assassino del loro boss.
Polizia, maliventi e cittadini vengono, dunque, messi sullo stesso piano, mostrando una mentalità comune ed unificatrice, in cui la moralità è sostituita dall'istinto e dall'illogicità della violenza.
L'uomo a cui i criminali della città danno la caccia non può che scappare e cercare rifugio, che riesce a trovare in una stazione di polizia, isolata, però, dal resto della città. L'epoca e la visione del regista non possono che vedere il corpo della polizia come un'istituzione lontana dalla vita della comunità e in cui la fiducia della gente viene a mancare.

Nella stazione della polizia, a proteggere l'uomo, vi sono un poliziotto (Ethan), due carcerati destinati alla sedia elettrica e due donne. Altro elemento preponderante del film, tipico del cinema di Carpenter, è la piccola comunità, posta al centro delle vicende. Evidente come il regista ci tenga ad evidenziare i loro rapporti e le loro personalità.
Un ulteriore componente Carpenteriana è il ribaltamento bene-male, non ancora definita come nei suoi prossimi film, ma decisamente presente: a diventare gli eroi saranno i carcerati pluriomicida, pronti a difendere con la vita il cittadino in pericolo, mentre Julie (una delle due donne) diventerà l'anti-eroina, non molto diversa dai gangster, e la cui sorte è proporzionale alla sua virtù.
Da questo momento il film proporrà un lungo assedio mozzafiato e ricco di tensione e azione, che riporta con la mente ai Western più classici, che sono invero una delle più grandi ispirazioni del cinema di Carpenter.

A predominare le scene sono i personaggi, di carattere delineato e preciso: la fiducia che viene data e ricevuta tra di loro, specie tra Napoleone ed Ethan (carcerato e poliziotto), gli aiuterà a sopravvivere,
Il film gode di una sceneggiatura semplice, ma tuttavia in pieno stile Carpenter (non ancora del tutto formato).
Con lo sguardo del regista rivolto ad un mondo in cui il degrado delle metropoli è in perenne incremento, "Distretto 13" è stato forgiato sotto ogni aspetto come un film di critica sociale.
Tuttavia la visionarietà del regista, in questo film, è decisamente più concreta ed ottimista di alcuni suoi futuri lavori (come "1997 - Fuga da New York).
Regia perfetta ed essenzialista, che prende poco e lo trasforma in molto (come la sceneggiatura semplice ma brillante).
Perenne è l'immortale colonna sonora di Carpenter, che è probabilmente una delle sue OST migliori. Di tonalità quasi elettrica, il sonoro funziona perfettamente nel film.
Ottima la fotografia, che da spettacolo nelle scene notturne.

Capostipite dei film sulla violenza di strada, "Distretto 13 - Le brigate della morte" è uno dei film sulla criminalità più influenti mai fatti, nonché uno dei migliori capolavori del genere di sempre.