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BERLIN CALLING regia di Hannes Stöhr

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Febrisio     7½ / 10  17/06/2011 11:30:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Silenzio sotto la statua della vittoria.
"Respect to the city, Respect to the people, Respect to the music, Respect each other"
mio inglese a parte, così dopo queste parole iniziavano le diverse ore di danza della loveparade.

Un movimento all'insegna dell'amore, lo stesso che avrebbe conquistato DJ Ickarus nel film. Una vita fatta per la musica, che non può essere semplicemente rinchiusa in un istituto, ma che va lasciata vivere a suo modo. È strano ma il pensiero mi è caduto su "La Classe" di Cantet, quando certi alunni "inclassificabili" possiedono altri modi per comprendere, e di conseguenza di non riuscire nel modo tradizionale. Una frustazione, come quella del DJ.
Un paio di passaggi mi son rimasti impressi specialmente quei pochi con la famiglia; un film che fa emergere l'individuo nella società, artista o impiegato? ma che quasi non sa come fare ad abbracciare il fratello, oppure che sente la vicinanza del padre solo nel declino. Forse al loro posto per affrontare la precarietà della vita c'è bisogno lo sbando di una droga sempre più pesante.

Un poco introspettivo, simpatico e precario, reale e pieno di amore, con tutte le bellissime magliette dell'adidas, il vero Kalkbrenner, e una colonna sonora degna del migliore dei "Mayday".
Febrisio  28/06/2011 13:27:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dimenicavo la scena mitica quando si chiude in stanza ballando a più non posso, un simil-antistress