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DARK STAR regia di John Carpenter

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Invia una mail all'autore del commento Alan Wake     6½ / 10  14/08/2013 17:28:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nonostante l'aspetto del film possa risultare insolito, nulla toglie che "Dark Star" sia un buonissimo prodotto nonché un grande lungometraggio d'esordio di Carpenter.

"Dark Star" è una black comedy fantascientifica, fresca, originale e brillante, la cui sceneggiatura e struttura elaborano un film che, a suo modo, è diventato un cult cinematografico. Si esagera un po' troppo, probabilmente, a chiamarlo capolavoro, ma i pregi esistono e sono ben visibili, tanto che la pellicola è considerata semi-rivoluzionaria .
La sceneggiatura di certo non pone i suoi meriti nella trama (quasi inesistente) o nei dialoghi: per una buona parte della durata complessiva, il film si propone come un susseguirsi di eventi e situazioni comico-grottesche, volte a creare un'atmosfera assurda e surreale, seppur equilibrata.
Il capitano ibernato che da ordini, l'equipaggio aereospaziale che si dimostra (eufemisticamente parlando) inappropriato per tale compito, l'alieno pestifero adottato come cucciolo dall'equipaggio... Rimangono a loro modo trovate geniali che riescono a dare al film un carattere delineato e unico.

La pellicola è evidentemente piegata a causa di un budget ridicolo, come si può notare dagli effetti speciali pseudo-artigianali. Tuttavia Carpenter riesce, grazie alla sua maestria, a non far sopprimere il film sotto questi difetti.
Per chi ha conoscenze nel genere horror, saprà che Tobe Hooper, per mascherare la scarsissima qualità dell'immagine, spacciò "Non aprite quella porta" per un film documentaristico, sfruttando dei titoli d'apertura fasulli ("Questa storia è ispirata ad eventi realmente accaduti ecc...").
Carpenter adotta lo stesso sistema geniale: non potendo dare al film un profilo serio, decide di sfruttare un budget finanziario spicciolo (da cui derivano gli effetti speciali di bassissima lega) per dare al film un tocco comico-ridicolo pratico e funzionale.
L'alieno "fatto in casa" risulta, così, comico e non visivamente brutto; la scenografia, riprodotta come un pessimo cartone animato, lo stesso, e così via...

La sceneggiatura (evidentemente) di Carpenter mostra alcuni suoi tratti personali, che verranno utilizzati, pertanto, nei suoi lavori futuri: abbiamo infatti un gruppo di persone, le cui relazioni interpersonali, che spesso sfociano in una critica verso le comunità odierne, sono poste al centro del film; l'isolamento, la difficile convivenza e la conseguente pazzia dell'equipaggio ci riportano con la mente al film "La Cosa"; il discorso finale del robot-bomba (ispirato a "2001: Odissea nello spazio" e frutto di un genio sceneggiatore) sfocia in diversi temi cari a Carpenter, come l'irrazionalità del termine stesso di "realtà" e la concezione che noi abbiamo di esso, inquadrabili nel suo molto futuro capolavoro "Il seme della follia".

Anche la regia soffre di una mancanza di mezzi non all'altezza, ma riesce a compiere il suo buon lavoro. Discrete le musiche, che risultano tuttavia funzionali ed usate ottimamente. Efficace la fotografia che mischia colori vivi e accesi per dare l'atmosfera futuristica necessaria.

"Dark Star" è un esordio di grande valore, e quindi un'opera imperdibile del maestro Carpenter.