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THE WRESTLER regia di Darren Aronofsky

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pier(pa)     7½ / 10  11/03/2009 18:03:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon film di Aronofsky. Di Mickey Rourke non ho mai visto niente, ma se questo dovrebbe essere "ciò che ne resta" allora devo affrettarmi a vedere i suoi primi film.

Ram è una vecchia gloria del wrestling...vecchia appunto.
Il personaggio di Rourke (a metà tra l'autobiografico e il "partecipato", ma che importa se in fondo la sua è una performance fantastica?) è costruito interamente sulla "fine" di uno sportivo inarrivabile un tempo, costretto ora a lavorare part-time come magazziniere.
Non possiamo non cogliere l'angoscia del moto inerziale che costringe Ram a continuare la sua vita da "vecchia gloria" in squallide palestre e mediocri incontri, sperando che, prima o poi, ci sia "la persona giusta" tra il pubblico. L'uomo è fallito, o meglio quell'uomo. Se l'è preso il tempo, sicuramente, e forse qualcos'altro.
Il personaggio di Rourke ci prova ad uscirne (il ritorno dalla figlia, il rapporto con la spogliaresta, il lavoro a tempo pieno), ma quello che gli resta in mano è poco più di una delusione, di un cambiamento impossibile, di una condanna a ciò che si è stati.

Credo che Aronofsky non vada fino in fondo a ciò che questo film poteva dire. Credo che Ram non sia felice di combattere un'ultima volta. Il regista non dà possibilità al suo personaggio di cambiare e, meglio ancora, non dà al contesto la capacità di provare ad accettare il suo cambiamento. Sicuramente questo è GIUSTO. Non si riesce a cogliere, tuttavia, il punto su cui questa pellicola poteva vincere.
Se, infatti, da una parte c'è la tragica missione di una "parte", di un ruolo che ci costruiamo e su cui viviamo, di un'idea su cui gli altri vivono di noi, dall'altra c'è il non esser mai definitivo del singolo, del soggetto, la possibilità di essere in talmente tanti modi (indefiniti) da non poter più essere in nessuno.

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suzuki71  12/03/2009 08:50:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Secondo me, come egli stesso dice prima di salire sul ring alla sua amica\amante, e come poi declama al pubblico una volta sul ring, quello è l'unico mondo che lo rende vivo, l'unico che gli vuole bene. E' tornato dove si sente amato, come fanno tutti gli uomini. Anche al prezzo di rischiare la vita, è l'unico posto dove si sente vivo. Quindi non c'è volontà di distruzione, ma si arrende alla conseguenza e al rischio quasi inevitabile della morte per restare nel posto dove lui sente che c'è ancora amore nei suoi confronti.
pier(pa)  12/03/2009 12:48:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo con quello che dici. Anche secondo me è così.
Quello che dico è che però questa è una dimensione tragica, e il regista manca di sottolinearne l'angoscia, l'inquietudine. Cioè per come viene affrontato il finale sembra che per Ram quella sia la sua unica, giusta fine (e mi sta bene); ma non si sottolinea la tragicità di questa "necessità". Capisci che voglio dire? :)
suzuki71  12/03/2009 13:01:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì sei chiaro nella tua esposizione però non comprendo bene il tuo punto di vista. La "tragicità" secondo me viene fuori in maniera diluita, devastante e dilagante.... non ci sono picchi ma

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pier(pa)  12/03/2009 14:41:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo anche con questo.
Quello che voglio dire (cerco di essere chiaro al massimo e sintetico) è che il regista non riesce a far percepire del tutto la tragicità della condizione di Ram.
Insomma, in teoria, Ram PUO' cambiare ma in pratica NON PUO' cambiare. Punto che il regista,a mio parere, non esalta abbastanza (mancando, per altro, un appuntamento piuttosto semplice con IL classico tema della tragicità greca classica).
alo84  25/04/2009 20:16:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono estremamente d'accordo con te.
La tragicità esiste se c'e dubbio, conflitto ma il personaggio non è definibile tragico vista la sua rigidità.
pier(pa)  26/04/2009 12:45:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esatto, è proprio sulla mancanza del "dubbio" che non funziona Ram (anche se come ho sottolineato, poi credo che la tragicità sia nell'impossibilità, che si mantiene anche col dubbio, di cambiare).

Una curiosità:
come mai non commenti film?