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THE WRESTLER regia di Darren Aronofsky

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pioss     6 / 10  12/03/2009 00:54:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un'opera rigida e chiusa questa di Aronofsky. Un Rourke zoppicante di dolore, accecato di fallimenti, con un piede sul treno del trionfo ed uno sul binario della morte. Il film è una scatola chiusa pregna di contenuti soffocati. L'umanità di Ram è completamente sacrificata per il ring. Volevo entrare in quell'encefalo duro e contratto, scalfito dalle batoste della vita ma mai rassegnato, ma non sono andato oltre quell'arida chioma di un vecchio fallito dal sapore di Jack Daniel's invechiato sui tanti ring dei sogni. Una regia tutt'altro che candida, rivela attraverso asimmetrie di camera la forza dell'ariete in prima parte, per poi ricercare contenuti mancati in una seconda con l'introduzione di una figlia sottratta ad un dimenticatoio salutare nel quale si era rifugiata. Performance biografica quella di Mickey Rourke, tutt'altro che autentica, diretta con astuzia nel ricercare le cicatrici vere di un attore protagonista di molteplici sfortune. Ma se è vero che il destino dell'uomo si compie seguendo il disegno che lui stesso ha costruito nel suo tempo, a Rendy non è concesso alcun tipo di svolta, nessun grado di legame, nessun pentimento profondo al di la di quel poco rimorso accennato su di una malinconica panchina con il mare come sfondo. Le donne del film ne escono comunque vincenti, ed è cosa buona autentica. Sono più brave a riconoscere i connotati del dolore, ed a porre un range oltre il quale è bene vietarsi di uscire per non sprofondare in un pozzo senza fine. Dall'incontro con Randy provano compassione, delusione, amarezza, ed infine fuggono tagliando quel misericordioso cordone ombelicale con la consapevolezza di non potere nulla, di fronte a quella montagna di fallimenti callosi. Il film è lodevole di forte costruzione registica e buona interpretazione, ma manca di emozioni trasmesse. Si prova pena e per fortuna distacco da una persona lontana da noi, lontana da quello che vorremmo mai trovarci ad essere. Consentitemi la polemica, ma solo un depresso fallimentare cronico può permettersi di giudicare un capolavoro questo film, perchè per farlo dovrebbe trovarsi nella stessa condizione del protagonista. Il regista infatti chiude a chiave in uno scrigno i sentimenti del suo Ariete, dandoci in pasto frettolosi dichiarazioni di sensi di colpa, e buona dose di combattimento senza compromessi evidenti. Chiude il cerhio una colonna sonora di buon gusto, scritta bene come solo il Boss e pochi altri sanno fare.
tarantino.linda  19/03/2009 22:02:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
pioss non capisci nulla di cinema,questo è un capolavoro meraviglioso,una perla in cui michey rourke ha ammesso lui stesso di provare un emapatia con l'interprete (randy ) stesso,ovvero lui si riconosce nell'attore che interpreta,infatti ,sembra quasi che non recita,xkè è lui stesso l'interprete,rappresenta la sua vita
pioss  22/03/2009 16:01:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti per le accuse personali, oltre che per l'italiano.
suzuki71  12/03/2009 09:03:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
cito: "ma solo un depresso fallimentare cronico può permettersi di giudicare un capolavoro questo film, perchè per farlo dovrebbe trovarsi nella stessa condizione del protagonista."
???????
I Greci hanno sviluppato un concetto importante, quello di Empatia. Posso riconoscere i semi basilari che legano le emozioni degli uomini, anche se si sviluppano in azioni e comportamenti completamente diversi dai miei. La storia di "the Ram" mi parla e mi emoziona, anche se non sacrifico la mia vita sul ring e faccio un mestiere completamente diverso e ho delle relazioni sociali molto appaganti ecc..., ma la sua disperata ricerca di amore, che invoca "solo una birra!" alla sua amica o che sceglie la maglietta con la S per la figlia, o il suo bisogno di coerenza e di "purezza" per la propria vita, dicono qualcosa anche a me, per eventi passati o magari futuri o presenti che seppur diversi sono tuttavia accomunati da un medesimo moto emozionale. Questa è una regola civica fondamentale. In definitiva, per immedesimarsi in Randy The Ram non bisogna vivere i suoi fallimenti e le sue situazioni. Potrei citarti innumerevoli esempi di film che mi emozionano con personaggi totalmente distanti da me, ma le cose troppo facili mi annoiano. :-)
pioss  17/03/2009 15:16:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'empatia non è una scienza esatta e sempre definibile. Io ho trovato il personaggio di Randy piuttosto criptico e sconclusionato. L'atarassia che lo rappresenta è costantemente palesata negli atteggiamenti mentre il comparto sentimenti lascia alquanto a desiderare. Non ho trovato punti di aggancio, per me è un fallimento d'uomo che il mio encefalo ripudia ed il mio cuore disconosce persino come caso umano. Rurke recita sopra le righe, una caricatura forzata di se stesso. Tutti gli altri bravi ma confezionati dentro un film stretto dai confini troppo serrati. Non mi è piaciuto, ma rispetto coloro che hanno saputo apprezzarlo tanto.