Zero00 9 / 10 06/06/2010 10:39:19 » Rispondi Ci sono film che, a molti minuti (o ore) dalla fine, ti rimangono appiccicati addosso. Sulla pelle, sul cuore, sull'anima. Sono quei film che, quando ti svegli il giorno dopo averli visti, ti accorgi sono rimasti in testa, ed è quasi un tatuaggio. Certo, basterà un altro film a cacciar via il ricordo, la sensazione, il sentimento. Almeno fino alla prossima visione.
The Wrestler è uno di quei film. Non è un capolavoro, non è un concentrato di tecnica sopraffina, ne un gioiellino originale e inimitabile. Ma è un classico film di pancia, di quelli retti da un regista che per una volta abbandona virtuosismi e stupefacenti effetti (metaforicamente) speciali per abbandonarsi ad uno stile semplice, funzionale, quasi documentaristico, e di un attore che sembra voglia cantare il suo canto del cigno, che voglia dire, con voce bassa ma ferma: io ci sono ancora, sono qui e ho ancora qualcosa da dire, fosse anche l'ultima.
Randy (lui ci tiene ad essere chiamato così) è un fallito. Un perdente, uno *******, un inutile pezzo di carne maciullata. Ha abbandonato la figlia, si è allontanato dalla vita per infilarsi e rimanere in quel falso mondo d'orato del wrestilng. Un mondo di lustrini, trucchetti e sangue. La sua è una scelta di comodo: la vita è difficile, umiliante e molto più dolorosa di una spara graffette sulla schiena. Solo quando il suo corpo chiederà il time-out, solo allora The Ram (l'ariete... no, non Tomba, quello non c'entra niente) capirà che i tempi doro, quegli anni ottanta in cui lui si è ostinato a rimanere, agrappato con le unghie e con i denti, sono veramente finiti e che è arrivato il momento di tornare nel mondo reale. Mondo che Randy affronterà come sul ring, e sembra quasi che ci riesca a mettere le cose a posto. Troppo facile: ai primi cidimenti, alle prime difficoltà l'uomo non riesce a vincere la più dura delle sfide: si lascia andare, preferiesce tornare (e morire) in quel mondo fittizio dove tutti lo ammirano e tutti lo amano, perchè ormai è quello il suo mondo, è quella la sua vita e lui preferisce essere leone per un altro, ultimo giorno, che continuare a viverne altri cento da pecora (qual è nella vita reale). Ma non ci sentiamo di condannarlo, il film ci porta ad una totale identificazione col personaggio, granzie anche a quella camera a spalla che inquadra il protagonista quasi sempre di spalle (tranne nell'ultima entrata in arena), come fossimo noi stessi a dover affrontare il ring. Per il resto, il film non aggiunge nulla di nuovo, è classico (o banale) nello svolgimento e nell'epilogo. Ma non è questo: i grandi film sono quelli di cuore, e qui di cuore ce n'è tanto. Questo basta a farci innamorare di un'uomo e di una storia che non è tanto lontana dalla realtà della vita.
VincentVega1 06/06/2010 11:37:00 » Rispondi ooooooooooooh e che cavolo era ora è.
anche se scrivere un commento alle 10 del mattino di domenica comporta qualche problemuccio, del tipo d'orato e doro. ghgh
bel commento comunque, esattamente tutto quello che penso io di questo film e di un attore che ci ha davvero proposto la prova perfetta della sua vita. quell'oscar rubato ogni volta che rivedo the wrestler ce l'ho sul groppone.
Zero00 06/06/2010 11:46:27 » Rispondi Minchia, doro e d'orato non si possono leggere. promemoria: non scrivere più commenti 15 minuti dopo essersi svegliati, senza nemmeno aver bevuto il caffè.
Riguardo l'oscar: sai cos'è? che l'interpretazione di Michele rimarrà per sempre negli annali, quella di Sean se la sono già dimenticata tutti.
bulldog 06/06/2010 20:57:05 » Rispondi Li hai visti tutti di Darrren?
Zero00 07/06/2010 17:21:03 » Rispondi Non ho visto The Fountain (che però a quanto ho capito non è granchè)
Sinceramente però Pi Graco l'ho visto molto tempo fa (e mi piacque molto), e lo stesso vale per Requiem (che mi piacque meno)
bulldog 07/06/2010 19:19:10 » Rispondi The Fountain è il mio preferito.
Zero00 07/06/2010 20:25:18 » Rispondi é anche il preferito del regista, a quanto ho capito
Jellybelly 07/06/2010 20:42:44 » Rispondi Beh ma questo perché Milk è un film anonimo che non sa di niente; l'interpretazione di Sean Penn, invece, è da brividi. Si trasfigura, DIVENTA Milk, non si limita ad interpretarlo. Rourke invece ha alle spalle un film di ben altro spessore, che nobilita con una signora interpretazione. Era una grandissima sfida tra i due, peccato Rourke sia capitato proprio assieme a Penn; io piuttosto ho trovato scandaloso che a questo film siano andate solo un paio di nomination.
VincentVega1 07/06/2010 21:22:09 » Rispondi il vero peccato è che l'academy non ha avuto le palle di premiare chi veramente se lo meritava (più che altro va di moda premiare film con una certa tematica), mentre il golden globe, che fa molto meno scalpore, lo ha avuto.