caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

RACHEL STA PER SPOSARSI regia di Jonathan Demme

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     7 / 10  13/11/2011 22:34:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima di tutto occorre avvertire quelli che intendono vedere questo film che non si tratta di un film di intrattenimento. L'intento del regista non è divertire o appassionare lo spettatore, ma fornirci in piccolo un quadro, uno spaccato dello stato psicologico della società americana. La storia infatti narra due giorni della vita di Kim, una ragazza in riabilitazione da droga, la quale torna "il licenza" a casa per partecipare al matrimonio di sua sorella. Il film vive quindi di situazioni spicciole e banali e soprattutto di dialoghi, tanti dialoghi, i quali tratteggiano il carattere dei personaggi e ne rivelano i difetti, le problematiche, le debolezze, il rimosso, la grande difficoltà di vivere ed essere sereni, la voglia comunque di proseguire e andare avanti.
Il cinema non è nuovo a questo tipo di prospettiva visuale. Bergman ne ha fatto un'arte. Nel cinema statunitense viene in mente (oltre a Cassavetes, che purtroppo non conosco) Altman, il cui film "Un matrimonio" fa da diretto precedessore stilistico e da pietra di paragone per "Rachel sta per sposarsi".
Cosa è cambiato in 30 anni nella società e nella mentalità americana? Prima di tutto c'è stata una specie di resa al fatto che ormai di saldo e di certo non ci sia più niente. In pratica non ci si meraviglia più, non ci si fa nemmeno più caso. Nel film di Altman erano soprattutto le istituzioni (famiglia, rapporti fra le persone) che venivano prese di mira e che uscivano letteralmente con le ossa rotte. L'intento era polemico, sarcastico e militante. Nel film di Demme sembra invece che si consideri quasi naturale che le famiglie siano spaccate, che ci siano egoismi, gelosie e incomprensioni anche nei rapporti più stretti (quelli familiari). L'intento è dolente, partecipante, quasi esistenzialista nel porre l'accento sui conflitti e i problemi interiori dei protagonisti.
Tutto questo ha però uno sbocco quasi paradossale. Nonostante che nessuno si salvi (tutti i personaggi hanno la loro parte negativa), che i legami familiari non producano armonia e felicità, nonostante ciò, si continua lo stesso, si avanti come se niente fosse; funziona così e così si fa. Il matrimonio si celebra, si festeggia. Nonostante i litigi, le cattiverie dette fra sorelle, alla fine ci si abbraccia, ci si saluta. Si continua a stare insieme, a credere in qualcosa che nella pratica non funziona. E' questo un po' il paradosso della società americana di oggi: si ostinano ad attaccarsi a valori e istituzioni non più funzionanti o non più saldi (nel film si accenna anche alla Guerra in Iraq). Questo è secondo me quello che viene fuori dalla storia di Kim, una ragazza disperata, traumatizzata, con tanti problemi, ma che si attacca alla famiglia come ultima ancora di salvezza.
Anche nello stile c'è differenza con il film di Altman. Quest'ultimo aveva un approccio da soap opera (montaggio alternato di particolari di varie storie), mentre Demme strizza l'occhio all'estetica reality (mdp a mo' di camera digitale, litigi e lacrime ripresi "in diretta", campo e controcampo). C'è però la grande vitalità artistica americana che ne fa ancora una società viva e che ha molto da dire. Tutto il film è trapuntato da musica, tanta musica, molto varia e molto bella.
oh dae-soo  14/11/2011 12:27:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono contento ti sia piaciuto.
Solito commento impeccabile ma:

"Nonostante che nessuno si salvi (tutti i personaggi hanno la loro parte negativa), che i legami familiari non producano armonia e felicità, nonostante ciò, si continua lo stesso, si avanti come se niente fosse; funziona così e così si fa. Il matrimonio si celebra, si festeggia. Nonostante i litigi, le cattiverie dette fra sorelle, alla fine ci si abbraccia, ci si saluta. Si continua a stare insieme, a credere in qualcosa che nella pratica non funziona"

sei sicuro che

" E’ questo un po’ il paradosso della società americana di oggi"

O non è soltanto la triste situazione di quasi il 50% di tutti i matrimoni...?
Quei due giorni che racconta il film a volte sono anni, lunghi anni.

Le soluzioni sono tre:
1 fare finta di niente e soffrire in silenzio
2 avere il coraggio di troncare e ricominciare
3 sperare che ci venga addosso Melancholia

Un saluto!
amterme63  14/11/2011 13:56:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, Giuseppe. Ho capito cosa vuoi dire. Più che altro volevo mettere in rilievo il valore che aveva la figura del "matrimonio", della "famiglia" nella società americana degli anni '50 (un valore sacro e intoccabile), negli anni '70 (un'istituzione sorpassata e da abolire) e al giorno d'oggi (ci si sposa e si fa famiglia pur sapendo che può andare male, perché non ci sono alternative e perché questa è la tradizione - "tradizione": l'unica ragione per cui tante forme sussistono pure oggi e hanno valore, vedi matrimonio con tutti i suoi annessi e connessi in festeggiamenti, regali, ecc.).
Secondo me la soluzione che ritrae Demme è la prima che hai elencato ed è quella adottata un po' collettivamente nella società che viviamo. Certo io e te siamo fortunati (almeno io mi ritengo molto fortunato), ma è l'eccezione che conferma la regola.
A presto.
oh dae-soo  14/11/2011 14:23:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io moltissimo fortunatissimo.

Ma basta che mi giro a destra o sinistra, a non più di 3,4 metri, e vedo di tutto.

Interessante l'excursus sul matrimonio americano.

Ciao!