caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

CHANGELING regia di Clint Eastwood

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
kafka62     8 / 10  09/05/2018 14:11:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guardando un film di Eastwood si potrebbe per un attimo pensare di stare assistendo a una pellicola degli anni '30 o '40 di Ford, Lang o Wyler. Il fatto è che Eastwood è l'ultimo dei registi "classici" di Hollywood, capaci senza alcuna esibizione di bravura tecnica (o meglio per mezzo di un abile occultamento della stessa), di descrivere, con semplicità, chiarezza, precisione ed empatia con lo spettatore, una storia, dei personaggi, e contemporaneamente un intero "universo" narrativo (un ambiente, un'epoca). E' per questo che Eastwood, unico tra i registi di oggi, ha potuto spaziare con successo dal western ("Gli spietati") al melodramma ("I ponti di Madison County"), dal noir ("Mystic river") al biopic ("Bird"), dal cinema sportivo-esistenziale ("Million dollar baby") a quello di guerra ("Flags of our fathers" e "Lettere da Iwo Jima"). In "Changeling" egli affronta un altro genere ancora, quello di impegno civile (con incursione nel filone processuale-giudiziario), raccontando la storia (vera, ci viene detto all'inizio del film) di Christine Collins, una madre alla quale verso la fine degli anni '20 viene rapito il figlio di nove anni;

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER E' una storia di emozioni forti, che tocca corde profonde nel pubblico (che si sente ferito ed offeso come mamma, o come donna, o semplicemente come uomo sensibile alle ingiustizie), ma lo fa con estremo pudore, sobrietà ed intelligenza. Eastwood fa della sua Christine una paladina contro la corruzione delle forze di polizia e contro la disumanità di un sistema politico marcio, ma essa è, prima che un simbolo di giustizia e di democrazia, una madre che lotta perché non vengano abbandonate le ricerche di suo figlio e che non si rassegna alla sua morte. "Changeling" non diventa mai perciò un film a tesi, didascalico, anche se è impregnato di una sincera indignazione per i soprusi a cui può essere sottoposto un individuo, soprattutto se si trova a lottare da solo contro un sistema tetragonamente chiuso a difesa dei propri privilegi ed interessi. Lo stesso manicheismo del film (Christine, il reverendo Briegleb, il poliziotto "buono" da una parte; i vertici della polizia e dell'istituto psichiatrico dall'altra) è funzionale ad un messaggio che vuole essere il più possibile semplice, universale, estraneo ad ogni congiuntura storico-politica, e anche onesto nel rinunciare a molte prevedibili scene madri

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER pur di rimanere fedele a una storia che non può purtroppo avere un lieto fine. Per quanto riguarda il cast, se può lasciare perplessi la scelta di una Angelina Jolie troppo sexi per essere pienamente credibile come "mamma coraggio" (anche se ad essere onesti la sua prestazione cresce col trascorrere dei minuti), tutti gli altri attori risultano perfetti nella parte e congeniali ad una messa in scena che fa del perfezionismo psicologico e ambientale (scenografie, costumi, ecc.) uno dei suoi punti di forza.