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COME DIO COMANDA regia di Gabriele Salvatores

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  13/12/2008 21:48:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La prima volta di Salvatores con un testo di Ammaniti ("Io non ho paura") è stata anche la sua prova migliore, il capolavoro (quasi) di un regista forse troppo compiaciuto o (al contrario) superficiale per entrare completamente nelle mie corde.
Con "Come D.io comanda" si pongono altri problemi: forse Ammaniti è riuscito a descrivere meglio quel senso di ambiguità affettiva, di deriva psicologica della storia e dei suoi personaggi, forse quest'epilogo voluto da Salvatores mantiene innata (fin troppo) la sua proverbiale ambiguità.
Si possono amare i "cattivi maestri"? Certo che sì, magari attraverso la sorniona cattiveria dell'ottimo Filippo Timi, incarnazione di un "male" rassicurante e proprio per questo ancora più temibile.
Salvatores dirige con piglio sicuro: attratto più o meno consapevolmente da Mendes e Shyamalan, Van Sant (cfr. Elephant) e Twin Peaks vs. Lynch, mostra una buona dose di coraggio nel trascrivere formalmente una sequenza (quella dell'aggressione nel bosco con le sue drammatiche conseguenze) dalla durata spropositata e inusuale.
Il problema è che spesso questa perfezione formale (e mettiamoci dentro anche l'ossessione voyeuristica del cinema come immaginario collettivo, anche dei sensi) rischia di raffreddare le emozioni, nonostante la buona prova degli attori. Timi eccellente, Germano notevole (anche se cominciano a stancare i suoi ruoli da psicolabile perenne), un pò meno il giovanissimo Careca (mi pare si chiami così) non ancora pronto secondo me a "bucare lo schermo".
Ottima fotografia, nell'insieme un pò lugubre della vicenda, e - come sempre - azzeccato il rapporto tra immagini e musica (Antony, R. Williams, Treallegriragazzimorti, Elisa etc.).
Resta il fatto che, alla fine, non ho provato le emozioni che avrei voluto, forse perchè non riesco a reggere fino in fondo il paternalismo ammiccante e pseudoclericale che vorrebbe incoraggiare una rivalutazione del personaggio che - umanamente - non trovi mai
ferro84  17/12/2008 01:46:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ero meravigliato dal tuo voto poi ho letto la tua precisazione e mi sono "rasserenato".

Unica cosa, non c'è nessuna rivalutazione del personaggio, il padre è un personaggio positivo sui generis ma positivo, non c'è nessuna trasformazione e questo rende il film ancora più inutile.

Inoltre quella scena lunghissima è veramente quanto di peggio un regista possa fare per mantenere alta la tensione, è un errore grossolano, lo sanno tutti che se allunghi il brodo il sapore diminuisce.

E' per questo che il film non ti ha emozionato.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/12/2008 20:59:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordissimo su quella lunga sequenza... in genere si dovrebbe parlarne con rispetto per il coraggio ma stroncare l'approccio stilistico usato da Salvatores per farla (l'mp3 che suona la canzone nella pioggia come in un film horror... mamma mia che ricatto emotivo...)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  13/12/2008 22:05:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ehm il mio 7 mi è parso fin troppo coraggioso. In realtà volevo premiare gli attori e la capacità tecnica del regista. Sono convinto anzi straconvinto che il film poteva essere meglio, e che è pieno di errori formali di non poco conto (insopportabile la sequenza del funerale, davvero) ma resta un'idea di cinema espressa con indubbia efficacia. Peccato solo che alla fine il film non sia riuscito a smuovermi tanto, come invece era accaduto con "Io non ho paura".
E poi, vogliamo dirla tutta? A tratti è anche un pochetto prolisso