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THE MILLIONAIRE regia di Danny Boyle

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  07/12/2008 21:58:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stramaledetti finali: persino un anticonformista come Boyle cede alle pressioni hollywoodiane e al buonismo più raccapricciante che rischia di guastare l'esito di un buon film (8 alla favola nuda e cruda del "milionario dei bassifondi", 1 all'epilogo).
Ma, nonostante la nausea per le ultime immagini (raccolte poi come adattamento Ziegfieldiano e qualcuno mi spieghi se c'era la necessità...) il film ha una confezione impeccabile: riesce a essere persuasivo anche nel kitsch pittoresco (però adorabile l'anello di congiunzione felliniano - sicuramente involontario - con lo "Sceicco bianco" vs. un'Icona del b-movie indiano), nei legami indiretti con Forrest Gump o A Beautiful mind, nel modo singolare ed eccentrico con cui affronta Dickens e diventa (cfr. Boyle) il figlio degenere e cattivo di Frank Capra.
Se qualcuno prova allergia per le citazioni, è bene dirlo subìto: per questo film è impossibile non farne...
In effetti, almeno in origine, la vicenda non è certo buonista: l'amour fou resta sullo sfondo, e incoraggia la popolarità nazionale di questo 18enne qualunque istruito dalla "palestra della vita", la strada, il marciapiede.
E' un "sogno adulto" dell'identificazione della gente nel proprio "io", come nel famoso quiz italiano di Gerry Scotti.
Stupisce peraltro la grandezza di Boyle di misurarsi con complesse soluzioni tecniche, come il videoclip allucinato delle baraccopoli, l'assalto dei musulmani come macabra/ironica citazione delle repressioni dei cowboys contro gli indiani (d'America, stavolta), o gli orfani ammassati nei treni come tanti hobos tipici dell'America di secessione del tempo che fu.
A pensarci sì, c'è più America che India, ma anche un mondo perduto (e tradito) ove tutto si muove in superficie, forse altrettanto radicale ed estremo di quello dell'ultimo capolavoro di Eastwood.
Ma l'emozione è come trattenuta, non so, o rarefatta: e c'è quel pessimo finale che rovina quello che poteva essere il più riuscito e ambizioso film del regista.
Memorabile, tuttavia, la figura del laido presentatore tv, simbolo (sintomo?) della degenerazione del sistema televisivo universale
forzalube  08/12/2008 17:14:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' dichiaratamente una favola natalizia fin dalla locandina e dai titoli di testa.
Prendersela con il finale, neanche poi così mi sembra eccessivo: volevi un finale tragico con la morte di Jamal e Latika o che lui sbagliasse l'ultima risposta?
strange_river  09/12/2008 18:02:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il finale è ultrasdolcinato in puro stile Bolliwood (per quello che posso immaginare sia quello stile).
Mi sono chiesta se non sia stata una vera e propria scelta, piuttosto che un cedimento, peraltro inutile, credo.
fra81fra  10/12/2008 11:22:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
definire il finale "pessimo" significa dire tutto e niente, se non si motiva l'affermazione.. se lo si critica da un punto di vista stilistico, la critica è senz'altro ammissibile, anche se da me non condivisible.
Se lo si critica in quanto happy ending, si da un giudizio di valore secondo me fuori luogo: il lieto fine anche un pò eccessivo era invece il finale inevitabile della storia. Lo stesso programma tv può essere paternalisticamente inteso come la raffigurazione del giudizio del padreterno della vita s****ta di jamal, che ha finalmente la propria rivincita ("era scritto"). Tutte le esperienze orrende che ha avuto in vita non fanno che condurlo al meritato risarcimento. Inoltre, sarà stata probabilmente anche intenzione del regista rispettare alcuni minimi stilemi dei film bollywoodiani, nonostante il film segua un'ottica fondamentalmente occidentale.
Ed immaginate anche un finale differente dal lieto fine.. quello sarebbe probabilmente stato davvero l'appagamento narcisistico per lo spettatore occidentale radical chic, che cerca la denuncia sociale a tutti i costi.

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky  11/12/2008 18:52:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nessuno discute il lieto fine (ma qui bisognerebbe usare lo spoiler o dire semplicemente che un bacio stile Cary Grant non mi va giu') ma il laido presentatore, la polizia torturatrice e probabilmente corrotta, i gangsters la fanno franca. Vi sembra cosa da poco???
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  11/12/2008 18:53:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E poi e' proprio il finale che spezza quella capacita' di analisi sociale dimostrando che in fondo solo di un film si parla... e cosi' facendo credere che il tutto sia guastato da una mancanza di sincerita'
Invia una mail all'autore del commento Gualty  15/02/2009 03:15:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mah... a mio parare la cosa più tremenda del finale è la concessione all'occidente. per tutto il film l'india è immersa da europei e americani, meta turistica, occasione di furti e di "lavoro", è sfruttata e sfruttante, come la terza legge di newton: la faccia restituisce al pugno la stessa quantità di forza. qualche mattone al posto dei pneumatici.
Potrebbe sembrare coerente questa contaminatio, dato che il film si chiama Il Milionario, emblema per eccellenza dell'occidente. Il protagonista lavora in un call center, a "scuola" gli insegnavano i tre moschettieri (perchè?? senz'ombra di dubbio non era una scuola d'inglese, e anche fosse stata, avrebbero scelto un miniracconto di un romanzo francese? con nomi francesi? ) e Latika ha vissuto col boss europeo (o europeggiante).
Ma nel profondo restano figli dell'India, come Kim (di Kipling), restano delle gocce del vortice delle reincarnazioni, estranei a una grande narrazione alla via col vento.

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per quanto riguarda l'analisi sociale e la mancata punizione dei cattivi... non voglio dire che sono giustificati, non sono resi giusti, sono parte del dipinto indiano. L'india ha convissuto con la corruzione, con il sotterfugio. gli è mancato un fervore religioso dalle aspettative totalitarie con i relativi effetti collaterali di gente che uccide madri a colpi di manganelli. (vedi film) . (correggetemi se ho detto bestialità, sono le 3 di notte)
fidelio.78  26/04/2009 01:07:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
COn un finale diverso questo film sarebbe stato ridicolo e il pubblico lo avrebbe bocciato.
Non puoi far respirare l'aria della fiaba fin dall'inizio e trasformarlo in tragedia nell'ultima scena... Per fare questo, avrebbe dovuto avere un cipiglio più realista Allora si che un finale differente ci poteva stare.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  26/04/2009 22:33:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mah magari hai ragione ma non posso evitare di credere che il film di Boyle sia un'operazione di marketing ben congegnata: le notizie sull'utilizzo degli attori e sui loro compensi mancati fanno il resto