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SYNECDOCHE, NEW YORK regia di Charlie Kaufman

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ferro84     8 / 10  09/02/2010 11:50:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è sempre necessario essere dei geni per partorire dei capolavori ma certi capolavori mancati possono esseri figli solo di un genio puro.
Charlie Kaufman non solo è un genio ma dimostra di essere un grandissimo cineasta, un vero autore capace di fondere regia e sceneggiatura in un unica entità metafisica.
Synecdoche New York è un'analisi sull'artista, su cosa vuol dire creare, su quanto il nostro vissuto crea l'arte......o la distrugge.
Codard crea uno spettacolo che rappresenti se stesso che dirige uno spettacolo che rappresenta un regista che dirige uno spettacolo che rappresenta se stesso che dirige uno spettacolo.......fino all'assurdo.
Un capolavoro che corre e analizza in chiave surrealista la potenza della rappresentazione che si fa specchio del proprio vissuto reale che poi si perde nella messa in scena fino a non aver più senso e al non essere possibile distinguere tra ciò che reale e ciò che non lo è, portando gli artisti stessi al completo straniamento.

Il genio di Kaufman sta nell'essere riuscito a stravolgere la regola base di un film o di un'opera teatrale, dimostrando che non è il film a raccontare la storia ma la storia stessa a raccontare il film.
SYNECDOCHE, NEW YORK è un film immenso e immensamente difficile, confuso, lento, senza senso, profondo e anticonvenzionale, insomma un'esperienza e come tutte le esperienze è difficile valutarle nell'ambito di un voto.


QUI STIAMO AVANTI MA AVANTI e il genio per sua natura non può essere compreso ma apprezzato si.
Oltretutto non essendo uscito in Italia ho avuto la fortuna di vederlo in lingua originale e gli attori sono assolutamente eccezionali!
Non che Phillip Seymour Hoffman o la Keener non ci avessero abituato ad interpretazioni al limite del perfetto ma sono i personaggi secondari ad essere estremamente credibili.
Bravissima Dianne Wiest fino a Hope Davis nel ruolo della psicanalista sexy, Samantha Morton che non conoscevo ho trovato superba.
Da citare anche Michelle WIlliams ma in generale raramente ho trovato un film che curasse in modo così attento gli attori secondari (MA Tilda Swinton io proprio non l'ho vista temo che sia sbagliata l'indicazione nella scheda).


Non è un capolavoro per una semplice ragione, l'opera di un genio si caratterizza per il suo eccesso, il film è talmente pieno, pieno di riferimenti, di idee, di cose da voler comunicare che risulta essere difficile, quasi impossibile cogliere tutte le sue sfumature e non sempre queste hanno poi una coerenza interna.

Resta comunque un'esperienza cinematografica che va vista, a metà strada tra Inland Empire e 81/2, un film d'artista.
bulldog  09/02/2010 12:11:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi fa piacere tu abbia apprezzato ma mi sembra alquanto bizzarra la spiegazione che dai del 'perchè non è un capolavoro'.

Come si può pensare anche solo lontanamente di utilizzare il termine 'coerenza' per un un'opera simile?
La coerenza in campo artistico(in quanto eccesso) è dei miserabili.
ferro84  09/02/2010 18:07:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Trovo che il cinema sia una manifestazione artistica sui generis.
L'arte non ammette regole, invece il cinema si e anche parecchie, quando realizzi un film puoi discostartene è vero ma fino a che punto?
Quando ti allontani troppo finisce che il tuo lavoro diventi videoarte e quindi non più film da sala cinematografica ma da sala di museo.

Prendi Lynch, se ti vedi Mulholland drive o anche quelli più apparentemente sconclusionati come Strade Perdute, noti che sono tremendamente coerenti, apparentemente confusi ma come un codice, nel momento in cui trovi la chiave, diventa facilissimo decifrarli.
Ad esempio Lost Highways richiede è un film scientifico per quanto preciso e coerente all'opposto Inland Empire è un vortice di tante cose, di tanti significanti, simboli ecc, che nè fanno anche un bel film ma da museo perchè lì c'è uno studio sullo stile e sulle sensazioni e l'abbandono più totale dell'elemento narrativo e delle regole cinematografiche.

Per me SNY e INLAND EMPIRE sono i due film più difficili che abbia mai visto però il primo è sicuramente molto cinematografico.
In questo contesto alcuni riferimenti di troppo sono totalmente incomprensibili come gli sbalzi temporali fisici, alcuni dialoghi che introducono sempre nuovi argomenti e nuove riflessioni, talmente tanti che alla fine agli interrogativi non dico che debbano seguire le risposte ma che almeno si inseriscano in un discorso.

E' come se avesse talmente tante cose da dire che non se ne cura nel modo e nella coerenza appunto.
bulldog  09/02/2010 20:39:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non son assolutamente d'accordo,però ho capito il tuo punto di vista.

Il termine 'coerenza' è davvero inopportuno se si parla di qualsiasi forma d'arte.
bulldog  09/02/2010 20:41:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
P.S:Inland Empire in confonto a questo è davvero una macchietta.
ferro84  10/02/2010 01:43:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con me sfondi una porta aperta, quel film non mi è piaciuto
K.S.T.D.E.D.  17/03/2010 19:27:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Non è un capolavoro per una semplice ragione, l'opera di un genio si caratterizza per il suo eccesso, il film è talmente pieno, pieno di riferimenti, di idee, di cose da voler comunicare che risulta essere difficile, quasi impossibile cogliere tutte le sue sfumature e non sempre queste hanno poi una coerenza interna."

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