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NON APRITE QUELLA PORTA (1974) regia di Tobe Hooper

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Spotify     8 / 10  14/02/2016 01:31:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è niente da fare, gli horror degli anni 70 e 80 sono i migliori e "Non Aprite Quella Porta" ne è una prova lampante. Era tra i pochi film di paura storici che ancora non avevo visto, e sinceramente non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto, nonostante avessi letto tutte le lodi avute sin dalla sua uscita, ben 42 anni fa. Ma è proprio questo il punto, cioè che nonostante la pellicola è datata 1974, Hooper si dimostra di almeno 10 anni avanti. Si, perchè, questo film è il prototipo degli slasher e degli splatter (per essere precisi più del primo genere che del secondo) ed è appunto il primo vero horror non di carattere soprannaturale, a mostrare scene che per l'epoca erano davvero pesanti. E non è tutto, perchè Hooper riesce a descrivere l'orrore pur mostrando in realtà pochissimo sangue, nonostante, ripeto, negli anni 70 alcune sequenze potevano comunque risultare disturbanti. Io mi aspettavo una maratona di sangue e violenza, e invece ho apprezzato tantissimo la scelta saggia e coraggiosa del regista. Inoltre, la regia del director è meravigliosamente grezza, sporca, caratterizzata da una fotografia molto acerba ma che con i suoi toni marroncino-gialli sottolinea il lato malato e marcio della vicenda e anche il caldo torrido che non lascia tregua ai nostri protagonisti. Ma torniamo un attimo su questo lato malato: si, perchè questa è un'alta innovazione di Hooper, penso che fino ad allora il cinema non avesse mai esplorato territori così folli, così spietati. Perchè questa è una pellicola che ci mostra la cattiveria umana vera e propria, e non sono chiamati in causa neanche poliziotti o altre forze dell'ordine, proprio per farci visionare, fino a che punto si possono spingere Leatherface e compagni. Ed eccola qui un'altra caratteristica, l'ennesima, che rende il film, un'opera visionaria, e cioè la creazione del primo, classico, serial killer del cinema dell'orrore. Tale idea infatti è stata ricopiata negli anni 80 da una miriade di registi e sceneggiatori, ma penso che nessuno sia riuscito ad eguagliare Hooper con Leatherface, che con quella motosega e quei versi incomprensibili, rappresenta probabilmente l'assassino più spaventoso di sempre, anche più dei vari Michael Myers e Jason Voorhees. Poi vogliamo parlare della tensione che si avverte in certe scene? Poche volte in vita mia ne ho avvertita così tanta assistendo ad un film. Ad esempio le inquietantissime inquadrature della casa diroccata dove si avventurano i ragazzi o ancora quando gli stessi giovani varcano la soglia della casa di Leatherface non sapendo di andare incontro ad una morte orribile. Il tutto è accompagnato da dei sinistri e riuscitissimi effetti sonori. Poi è d'antologia la sequenza dell'inseguimento tra la ragazza e "faccia di cuoio", drammatica e crudele, il rumore della motosega diventa straziante e la fotografia assume dei toni blu cupissimi. Discreta la direzione degli attori, in particolare la famiglia di Leatherface è resa molto credibile, Hooper fa spingere gli interpreti oltre ogni limite. Il ritmo è forsennato, è vero poi che la durata è di circa 80 minuti, però non ci sono mai momenti morti, la narrazione è diretta e la suspense è costante. In più aggiungiamoci un valido montaggio. Il finale è forse il momento più cruento di tutta la pellicola, si vede un po' di sangue in più. E' ben girato, molto imprevedibile e assolutamente pazzoide. Non c'era miglior modo per concludere un film del genere. La scenografia è essenziale, è davvero inquietante: sembra innocua all'apparenza essendo solamente una zona campagnola dove non c'è niente, ma in realtà racchiude quanto di più raccapricciante si possa immaginare. Poi il bosco intorno alla casa è valorizzato benissimo dal regista, in quanto lo rende protagonista nella sopracitata scena dell'inseguimento. Il cast è dignitoso, mi è piaciuto soprattutto Edwin Neal nel ruolo dello squilibrato fratello di "faccia di cuoio". Molto convincente, perfette le movenze da autentico pazzo, tenderei a dire quasi scimmiesche, interpretazione folle dei dialoghi ed espressioni da matto davvero molto realistiche. Riguardo ai giovanotti, nessuno di loro è molto esperto, ma vanno più che bene, anche perchè penso che questo sia uno dei primi horror dove sono coinvolti dei teenagers in primo piano. Nulla da dire a Gunnar Hansen, terrificante in tutti i sensi, d'altronde è il ruolo per cui viene ricordato. La sceneggiatura è quello che è, vale a dire molto striminzita, ma tuttavia presenta alcune di quelle caratteristiche scritte su, che la rendono senza dubbio originale. Poi i dialoghi sono davvero malati e ben scritti e la stesura dei personaggi assassini non è male. Tra le pochissime pecche, forse l'unica ad avere un certo rilievo è che, vedendola oggi, la pellicola presenta qualche scena un po' ridicola, come ad esempio quando il vecchio nonno succhia il sangue alla ragazza o ancora quando lo stesso medesimo tenta di colpire la giovane con un martello. Scene un po' così queste, ma c'è l'alibi dell'età.

Conclusione: nel suo genere è un capolavoro, probabilmente uno dei film in generale più visionari di sempre. Tetro, cattivo e senza misure, Hooper con pochi soldi fa un centro clamoroso. 8 meritatissimo.