metathron 8 / 10 30/03/2010 23:27:57 » Rispondi Ho visto il film qualche mese fa. Mi ha colpito in modo significativo, in assoluto gli ultimi 5 minuti sono un capolavoro di convergenza, accelerazione, elevazione e rivelazione. E durante il film ci sono squarci immaginativi da brivido.
Il film sembra una citazione della sceneggiatura di Signs, per un elemento nodale: la paranoia e l’ansia. Signs è un film sulla paranoia (la paura dell’alieno sempre in agguato che arriva …arriva…arriva….e poi….si scioglie in un bicchier d’acqua). Anche qui il film gira molto attorno alla paranoia: la paura schiacciante angosciate che una sequela di catastrofi inevitabili e predette si sta compiendo, lo sforzo di capire il meccanismo di predizione e di evitare le ultime catastrofi. Fino alla scoperta ultima che ci sarà la Madre Di Tutte Le Catastrofi. La paranoia è anche nella casa fatiscente che reca il ricordo della morte della madre. La paranoia è nel rapporto conflittuale con le presenze maledette dei sassolini neri che vogliono rubarti il figlio indifeso. Quelli che sospirano e che ti infliggono la scrittura automatica dei numeri profetici apocalittici.
In questo c’è una geniale intuizione. Ciò che l’uomo teme di più è il Mondo Spirituale. E nel film è esattamente così. L’apocalisse (letteralmente “rivelazione”) numerica che si snocciola, la figlia della profetessa che alla fine presa dalla disperazione innesca un casino di confusione e paura e va a morire. Il padre che non capisce e lotta fino alla fine, ma come Mosè non viene fatto entrare nella Terra promessa. Se c’è un intenzione del Mondo Spirituale, nella maggior parte del film questa è vissuta come una violenta necessità, con ansia e paura, con una venatura catastrofica notevole. In termini esoterici questa è l’immaginazione dell’esperienza della soglia. Quando la coscienza umana inizia a destarsi al mondo spirituale, si avvicina alla soglia che divide il mondo sensibile da quello soprasensibile, incontra subito la paura, il terrore, il dubbio, l’ansia, intravede ma non riconosce gli esseri che operano oltre la soglia. Nell’umanità i nostri sono tempi della soglia. Il chaos la paura l’ansia….aumentano, perché le nostre coscienze avvertono l’avvicinarsi del mondo dello spirito, ma non lo riconoscono, lo temono, non lo comprendono. E il rapporto con gli alieni del film è proprio così.
Quindi tutto questo sviluppo drammatico paranoico riflette il rapporto conflittuale che noi abbiamo con il Mondo Spirituale, che sentiamo avvicinarsi, e persino desideriamo, ma non siamo in grado di riconoscere e temiamo, perché brancoliamo nel buio.
Ma il film risolve questo stato . E’ veramente geniale in un punto. La fine non segue l’impostazione paranoica di signs: assolutamente improbabile, ridicola, demente, inconsistente. Gli alieni non si sciolgono in un bicchier d’acqua, e il nostro eroe non scopre la chiave per salvare l’umanità. La conclusione è il disvelamento di una Rivelazione in cui il disegno viene rivelato come azione dell’intenzione di una Volontà Spirituale Superiore. La fine è sbalorditivamente lirica, dura pochissimo, 3 forse 5 minuti.
Quelli che sospirano e che regalano sassi di fiume neri a destra e a manca si manifestano chiaramente. Sono esseri extraterrestri. Sono venuti a prendere dei prescelti per rifondare la civiltà umana, che sarà distrutta da un emanazione solare immensa (flare). La loro astronave passa a prendere il figlio di Cage e la sua amichetta. E mentre il padre resta a terra (accettando in un ultimo sacrificio il cartello con scritto: io non posso entrare) gli extraterrestri si trasformano in esseri di luce angelici, si intravedono le ali. E salgono, escono dall’atmosfera terrestre, si incontrano con le molte altre astronavi che hanno prelevato, come arche di Noe, il patrimonio genetico per una nuova razza umana, e per un nuovo regno della natura. E partono. Volano via, queste loro astronavi metamorfiche, cristalli di luce che si aprono e chiudono come fiori. E mentre la terra viene rasa al suolo dal fuoco e il padre Cage quaggiù, insieme al suo ritrovato padre, vive la fine, le astronavi volano via, verso un “nuovo" pianeta. E qui l’elegia è suprema. Si intravede l’erba dove l’astronave è atterrata, è piegata come i cerchi nel grano. Che suggestione brevissima e intensa. E mentre i bambini lasciano liberi i due conigli che hanno portato con sé, troneggia un albero. E’ chiaramente l’Albero Della Vita, quell’albero del Paradiso Terrestre da cui ci è stato precluso cogliere il frutto, perché abbiamo potuto cogliere solo il frutto (la mela) dell’Albero Della Conoscenza Del Bene E Del Male e siamo caduti. Il cerchio si chiude.
Un probabile punto debole? Perché questi angeli extraterrestri si comportano in modo così cinico e terrificante? Perché la fine è assolutamente inevitabile? Perché tutta ‘sta fatica per prendersi bambini e animali quando potevano prenderseli subito senza problemi? Perché questa apoteosi dell’impotenza? Il film è unico nel trattare la fine del mondo: è proprio la fine. Rispetto ai film catastrofisti (uno su tutti 2012 recentemente) qui non verte tutto sulla ricerca di una soluzione. Il film parla proprio della fine fine. Non c’è nessuna soluzione.
Ancora il tema della fine del mondo. Psicologicamente l’ossessione della fine del mondo è la proiezione sul destino del mondo della consapevolezza dell’unica certezza della nostra vita: io morirò, questo è il mio proprio destino, assolutamente certo. Piuttosto di affrontarlo come fatto esistenziale individuale preferisco farlo diventare un evento cosmico: la fine del mondo. Una grande immaginazione esteriorizzata del proprio destino individuale.
Si narra che la terra viva catastrofi cicliche, nel passaggio da un livello evolutivo ad un altro. Le distruzioni si alternano per via del fuoco e dell’acqua. L’ultima catastrofe è stata la distruzione di Atlantide, ed è avvenuta per via dell’acqua. Atlantide in centinaia d’anni è stata via via completamente sommersa. La Bibbia ne tiene memoria come Diluvio Universale. La prossima catastrofe sarà per via del fuoco, e nel film il fuoco brucia tutta la terra. La catastrofe precedente Atlantide, la fine della Lemuria, avvenne anch’essa per via del fuoco. Nei testi sacri si parla di un’altra catastrofe. La distruzione di Babilonia. Quel che è molto interessante di questa distruzione è il modo in cui avviene, o meglio ad essere più precisi chi la provoca. Due angeli guardano la città da un’altura. E uno chiede all’altro: cosa vedi? La città è definitivamente perduta? Può ancora guarire o è troppo tardi? E l’angelo interrogato risponde: non vedo traccia di una guarigione possibile, la città è definitivamente perduta, moralmente finita. Ricevuta diagnosi negativa il primo angelo si appresta a scatenare le forze meccaniche e rade al suolo la città col fuoco.
Il film sembra inquadrare questo momento: la terra è perduta, si salvano i semi per il futuro per una nuova vita e si lascia che il sole disinfesti il pianeta ormai definitivamente perduto.
Un film estremo. Interessante. Un po’ inquietante anche.