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ANGELI E DEMONI regia di Ron Howard

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julian     6 / 10  16/10/2009 18:40:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei più grandi fenomeni letterari degli ultimi tempi, si potevano lasciar sfuggire l'occasione di tradurlo in lungometraggi ? No...
E' per questo che, durante tutta la durata, si ha l'impressione che il film comprima il romanzo quel tanto per far entrare l'indispensabile, acchè lo spettatore capisca (che poi neanche quello...) senza necessariamente aver letto il romanzo e senza essere costretto su una seggiola per 15 ore. Una serie di informazioni buttata una dopo l'altra, una corsa rapidissima lungo il percorso romano degli illuminati, una caccia continua senza momenti di pausa in cui soffermarsi ad analizzare meglio qualcosa, tipo un personaggio o magari, alla fine, il movente del

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Insomma il film, semplicemente, si doveva fare, ed è stato fatto, diciamo così, alla meno peggio.
Ora c'è qualcuno che nel criticare il film, critica il romanzo da cui è stato tratto e quindi il suo autore, reo di aver diffuso solo, chiamiamole con il loro vero nome, puttan.ate.
E' vero che il nostro furbo amico Dan Brown ha capito un pò tutto della vita: alle persone piace apparire e sentirsi colte; i suoi bestseller, diffusi in ogni angolo della Terra, permettono anche al più sprovveduto ignorante di citare un'opera di Leonardo e di raccontarci sopra persino un aneddoto.
In poche parole i suoi libri, e mi riferisco al Codice e a questo, scorrono, si leggono facile, sono avvincenti e per di più parlano di grandi misteri dell'arte.
Che vuole di più lo spettatore medio ?
Altra cosa vera, però, è che la mia prof di storia dell'arte, se all'interrogazione su Leonardo citavi Dan Brown, ti rimandava a posto con due costole rotte. Cosa significa questo ? Significa che l'amico Brown è furbo, ma i suoi numerosi lettori non lo sono altrettanto. La maggior parte di essi, nella loro ingenuità, prendono per oro colato ogni sua rivelazione e sono ancora certi che da qualche parte in Francia si trovi l'erede di Ges.ù Crist.o ( e devo ammetterlo, quando lessi il libro che ero piccolo, la storia convinse pure me).
Non è Dan Brown che diffonde l'incultura, sono i suoi ingenui lettori, quelli che spacciano i gossip per storia.
La scritta romanzo sulla copertina deve far capire che i pochi riferimenti reali e storici sono stati, appunto, romanzati, tramutati in un racconto, pur convincente che sia, totalmente fittizio.
Chiarito questo, non ritenendo che Dan Brown sia l'ignorante per cui molti lo vogliono far passare, devo dire che i suoi due romanzi mi sono piaciuti per i motivi di cui sopra: scorrevolezza, interesse della trama, scrittura semplice ed essenziale e fantasia con cui elementi reali, ma soprattutto luoghi monumenti ed opere d'arte, vengono a fondersi in un intreccio assolutamente immaginario.
E angeli e demoni anzi, con il fatto che il Codice pare sia stato pure scopiazzato, mi è piaciuto di più (peccato non averlo letto su un'edizione illustrata).
Il film per il primo tempo è accettabile, ma poi inizia a stancare perchè, tra una campagna antifumo da un lato e il progetto "buon carabiniere" dall'altro, si risolve in un elenco di fatti messi lì fino alla fine, giusto perchè, come dicevo prima, il film si doveva fare e basta.
Il fascino di Angeli e demoni (libro e film) è superiore solo per l'ambientazione: Roma è bella e affascinante quanto basta per esaltare romanzi e salvare pellicole senza capo nè coda.
Tra gli attori Tom Hanks è un pirla, sempre in posizione "guardoilcieloefacciolosguardopreoccupatoperchèiosocosastapersuccedereevoino", mentre dà un pò di spessore al suo personaggio il freddissimo Stellan Skarsgaard; Pierfrancesco Favino se la cava in mezzo ad altri idioti italiani gettati nel cast; Ayelet Zurer non è neanche sta bellezza, forse l'hanno messa al posto di Gisele Bundchen solo quando hanno capito che non c'era neanche spazio per la sacrosanta scop.ata finale.
Beh, una seratina tranquilla.