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TRANSFORMERS: LA VENDETTA DEL CADUTO regia di Michael Bay

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Dom Cobb     9 / 10  25/02/2014 00:21:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A due anni dalle disavventure del primo film, Sam Witwicky si è lasciato alle spalle il liceo ed è in procinto di partire per il college, intenzionato a dimenticare le faccende che lo hanno visto protagonista con i Transformers e a vivere una vita normale. Nel frattempo, però, i perfidi Decepticon tramano di impossessarsi di ciò che resta del Cubo per trovare un'altra fonte di energia in grado di ridare vita alla loro razza, e Sam, volente o nolente, dovrà schierarsi con Optimus Prime e gli Autobot per salvare la situazione. Anche perché il ragazzo è in possesso di certe informazioni che ai Decepticon, e in particolare al redivivo Megatron e il suo maestro The Fallen, servono al raggiungimento del loro scopo...
Da amante del capostipite, non posso che dare lo stesso voto entusiasta al seguito, bene o male per gli stessi motivi che mi portarono a lodare il predecessore. Nell'ambito del cinema fantascientifico fracassone e giocattolone, questa trilogia firmata Michael Bay e Steven Spielberg rappresenta forse i titoli migliori, proprio perché sono sufficientemente saggi da non prendersi molto sul serio. Quello che, però, mi stupisce, è vedere la gente denigrare questo film per essere quello che è, mentre il primo viene osannato per lo stesso motivo, e il motivo mi sfugge: i tratti tipici del regista sono sempre quelli, fra slow motion e indugi sulle curve del gentil sesso a farla da padrone quando non ci sono spari, esplosioni o roboanti combattimenti a movimentare la situazione. I personaggi sono sempre gli stessi, senza un minimo tentativo di scavo psicologico, mero strumento per legare le scene d'azione l'una all'altra in modo da poter chiamare il tutto "film". Forse, l'unico aspetto lievemente inferiore è l'umorismo, qua e là un po' volgarotto ed irritante, ma sono pur sempre presenti dei siparietti esilaranti, frutto della capacità d'improvvisazione degli attori, che ti permettono di chiudere un occhio.


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Aiuta anche il fatto che il lato più serioso funziona molto meglio, e nelle varie scene concitate, soprattutto nel finale ambientato nel deserto, si arriva a punte di "epicità" che nel primo si era solamente tentato di raggiungere.
Inoltre, c'è un elemento che mi impedisce di guardare al film con eccessiva durezza, qualcosa che si chiama "sciopero degli sceneggiatori", una piaga che ha colpito tutti i film usciti quell'anno e che ha costretto cast e troupe a girare con solo un trattamento di trenta pagine della storia, con qualche abbozzo di dialogo. E, per essere un film fatto senza sceneggiatura, il risultato ai miei occhi è particolarmente encomiabile: sia in fatto di trama che, accettando qualche piccola forzatura,


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fila coerente e comprensibile per due ore e mezza che scorrono che è un piacere, sia nel reparto tecnico, di gran lunga superiore al primo.
E qui veniamo al piatto forte di questo secondo film, ossia la spettacolarità. Qui, Bay mette a frutto ciò che ha imparato sul set del capostipite e, spalleggiato da un team che ha fatto gli straordinari dalla pre- alla post-produzione, raddoppia tutto: il frenetico dinamismo dei combattimenti fra robottoni, virtuosismi e movimenti di macchina da capogiro, il predominio stesso degli effetti speciali mozzafiato, la brutalità delle scene (sempre rimanendo nell'ambito del film per ragazzi). Coadiuvato da una fotografia cupa anche nelle scene più luminose, un montaggio eccellente, una colonna sonora grandiosa, un missaggio sonoro da Oscar (non scherzo) e, in generale, di una troupe invidiabile per capacità e dedizione, il regista riesce a rendere il lato puramente di entertainment ancora più elettrizzante ed adrenalinico del capostipite, con l'azione meno "macchinosa" e che dona più una sensazione da combattimenti veri. Ed è proprio questo che mi aspetto da un film simile.
Ad essere onesti, qualche difettuccio ci sta, ravvisabile però solo nell'impianto narrativo: come già detto, la trama, raffazzonata un po' in fretta e furia a causa dello sciopero, mette forse più carne al fuoco del necessario, al punto che alcuni momenti che avrebbero meritato qualche attenzione in più sono liquidati in modo alquanto sbrigativo,


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e, in generale, si ha la sensazione che il tutto sia un tantino "compresso" per rendere la durata del film non eccessiva, sebbene essa raggiunga le due ore e mezza titoli di coda inclusi. Inoltre, sia la "sceneggiatura" che la regia relegano al ruolo di comparsa delle new entry potenzialmente interessanti. Comunque, il risultato finale non ne risente, e a patto che lo spettatore sia un fan del genere caciarone, il godimento di fronte a tanta, tanta azione sfrenata è assicurato, forse in misura maggiore che nel capostipite. Non saprei dire quale dei due mi piace di più.