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NON APRITE QUELLA PORTA - PARTE II regia di Tobe Hooper

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Jolly Roger     7 / 10  21/02/2015 23:37:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo capitolo della saga di Non Aprite Quella Porta, diretto sempre da Tobe Hooper. In realtà, questo secondo capitolo cambia totalmente registro, allontanandosi molto dall'horror più crudo e realistico e avvicinandosi ai toni più giocosi tipici della commedia. Intendiamoci, questo film non è una commedia, per niente. Diciamo però che alcune situazioni sono alquanto grottesche e spiritose; gli stessi protagonisti (la Family Sawyer) hanno un'attitudine più soft e, malgrado siano sempre i soliti assassini spietati, tendono ad assumere un carattere molto più caricaturale. As esempio, il fratello più grande, Draighton, perde la meschinità e perfidia che lo caratterizzavano, per diventare un astioso anzianotto che si lamenta in continuazione, vuoi dei politici, vuoi delle tasse, vuoi del fatto che lui è il Cuoco della famiglia e deve mandare avanti tutta la baracca da solo, perciò continua a rimbrottare per tutto il film i due fratelli più giovani accusandoli di essere due fannulloni.
Testa di latta, ovvero il fratello minore di Leatherface, è fastidioso, pazzo e antipatico quanto basta. Bill Mosley (che fu recentemente recuperato da Rob Zombie nel ruolo di Otis) se la cava bene nell'interpretazione, però bisogna essere onesti: Edwin Neal - che aveva interpretato l'autostoppista, cioè il fratello del Leatherface nel primo capitolo - se lo mangia a colazione. Era totalmente su un altro pianeta, come capacità di portare sullo schermo la schizofrenia e la spietatezza del personaggio.
Infine, il Leatherface. La mancanza di Gunnar Hansen si sente; Gunnar aveva messo molto nel personaggio, che - malgrado la particolarità e gli eccessi - era risultato credibile. Leatherface è muto e porta una maschera inespressiva in faccia: pertanto, questo personaggio è molto più difficile da interpretare di quel che si pensi, perché bisogna rendere la sua personalità, il suo umore e le sue emozioni soltanto attraverso una cosa: i movimenti del corpo.
L'attore che qui interpreta Leatherface non ce la fa. Troppo goffo nei movimenti, che vengono accentuati davvero in eccesso con un risultato spesso involontariamente comico.
Malgrado quanto sopra, il film riesce comunque a guadagnarsi la pagnotta e a farsi apprezzare; Tobe Hooper aveva voglia di non prendersi troppo sul serio e di auto-parodiarsi un po', questo è sicuro. Ma un'altra ragione potrebbe stare nella consapevolezza che non sarebbe mai riuscito a fare un seguito del livello del primo, perciò ci ha rinunciato in partenza prendendo fin dall'inizio un'altra strada.
Non mancano, comunque, momenti horror di una certa intensità che fanno molta impressione


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così come qualche scena molto spiritosa che è riuscita perfettamente


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NAQP II resta un film piacevole, però deve essere preso per quel che è: un omaggio divertito - e quasi auto-compiaciuto - alla famiglia Sawyer (divenuta poi Hewitt nei recenti remakes / prequels).