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VALZER CON BASHIR regia di Ari Folman

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Giorgione     10 / 10  24/01/2009 23:06:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il particolare che più mi ha colpito si trova all'ultimo secondo dei titoli di coda.
Vi si trova scritto che questo film è stato finanziato o appoggiato dal ministero della cultura israeliano. Strano no? Un film che critica Sharon, colui che allora era ministro della difesa e poi è stato fondatore dello stesso partito che oggi è al governo in Israele, riceve finanziamenti da quello stesso governo.
Mi sono allora detto che un popolo che riesce a mettere in mostra senza ipocrisia (con sofferenza e umiltà) una delle pagine più controverse e vergognose della sua storia, criticando la sua dirigenza, ebbene questo è un grande popolo democratico. Perchè secondo me un popolo democratico non è quello che ha una storia da libro Cuore ma uno che riesce a riflettere ed imparare dai propri errori.
Qualcuno dirà che non ha imparato un bel niente, visti i fatti che sono successi di questi tempi. Ma secondo me queste critiche non sono proprio giuste, perchè non tengono conto del fatto che la situazione lì non è paragonabile alla nostra. Lì c'è guerra da sessanta anni, non c'è la nostra tranquilla pace europea e sicuramente non si possono valutare i fatti di laggiù con il metro che usiamo per noi.
O almeno potrebbero essere valutati con credibilità secondo il nostro metro di giudizio se noi Europei avessimo fatto qualcosa di veramente concreto per trovare una soluzione a questa guerra. Non sono certo una soluzione i cortei pacifisti che da anni si rivolgono solo contro Israele, non lo sono gli sterili proclami delle nostre diplomazie, non lo sono i vuoti slogan di qualche brillante intellettuale. A parte le parole, cosa possiamo dire di avere fatto noi e i nostri governi in tutti questi anni in una guerra che non è certo all'altro capo della Terra?
E da ultimo una domanda che rivolgo a me e a noi. Siete così sicuri che una autocritica così severa sia possibile da noi, se succedesse qualcosa del genere qui in Italia? Anzi, pensiamo a pagine ancora dolorose come la seconda guerra mondiale o il terrorismo negli anni '70. Siamo riusciti a guardarci dentro e a fare autocritica? Non sto parlando della solita critica della destra alla sinistra e viceversa, o al governo ladro, o ai fascisti, o ai comunisti (così tanto una alla fine è sempre convinto di avere ragione, perchè il torto siede sempre dall'altra parte), ma una vera autocritica profonda di tutto un popolo. Pensiamoci. Io credo che il nostro spirito di partigianeria sia così profondo che non abbiamo trovato e non troveremo questa forza.
amterme63  26/01/2009 19:38:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo è un film tutto sommato prudente che cerca di non creare polemiche o di approfondire in maniera storica o politica un certo fatto. Tutto è filtrato attraverso l'arte e non ci si fanno poi troppe domande politiche o sociali. Il punto di vista è quasi esclusivamente quello del singolo individuo, non del contesto generale. Insomma la critica è molto sfumata, soprattutto indiretta.
Io non so quale debba essere il metro giusto per giudicare, so solo che donne bambini, tante persone innocenti sono morte recentissimamente. Questo è una cosa che va al di fuori di qualsiasi contesto geografico o temporale e che non può giustificare qualsiasi tipo di atto.
Noi Italiani invece di coraggio ne abbiamo per vedere le nostre magagne in maniera diretta senza tante poesie o riduzioni artistiche. Gomorra è una grande opera d'arte che ci fa onore per il modo diretto, senza sconti o giustificazioni con cui guardiamo alle nostre profonde magagne. Anche lì si uccide ed è una cosa presente, non dimentichiamolo.
Giorgione  29/01/2009 20:20:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie della risposta e del bel commento.
A me il film è sembrato invece molto politico. Credo che la denuncia sociale si possa fare non solo, come in Gomorra (che peraltro mi è piaciuto molto), con la descrizione nuda e cruda della realtà ma anche in queste forme apparentemente più poetiche.