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VENERDI' 13 (1980) regia di Sean S. Cunningham

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Alpagueur     6½ / 10  15/11/2020 10:57:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il classico film thriller/horror del 1978 di John Carpenter. "Halloween", che vedeva coinvolti adolescenti in balia di un maniaco fuggito in una piccola città dell'Illinois, si rivelò un enorme successo di critica e di botteghino che alla fine ha avuto uno sfortunato effetto collaterale sull'intero genere horror che ha è andato avanti praticamente senza controllo negli ultimi quattro decenni. Ha generato una serie infinita di film in cui giovani adolescenti celibi/nubili sono stati collocati in ambienti isolati, spesso impegnati a vicenda in situazioni sessuali clandestine, solo per essere massacrati in modi infinitamente grafici e sanguinosi da un pazzo. Certo, li avevamo in una forma o nell'altra ben prima di "Halloween", e in effetti, si potrebbe dire che questo è iniziato con "Psycho" di Hitchcock nel 1960, passando per il film di Mario Bava del 1971 "Reazione a catena" (probabilmente il vero progenitore di questo film) e culminante nell'ultra-controversa opera del 1974 "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper. Ma quei film avevano una grande quantità di energia alle spalle e molta progettazione, giudizio, intelletto, osservazione, riflessione...e anche in un film come "Non aprite quella porta" , è stato effettivamente versato meno sangue di quello che dicevano tutti. Dopo "Halloween", la maggior parte dei film di questo periodo riguardava lo smembramento, lo stalking, il taglio, le frecce, i colpi d'ascia et similia, il tutto con entrambi gli occhi puntati sul potente dollaro al botteghino. In questa breccia è entrato il regista Sean S. Cunningham (che ha contribuito a produrre il film cult di Wes Craven del 1972 "L'ultima casa a sinistra") con l'originale "Venerdì 13", uscito nel 1980. Il punto fondamentale della trama è che Camp Crystal Lake nel New Jersey è stato riaperto dopo due decenni, dopo che un ragazzo di nome Jason Voorhees era annegato nel lago a causa della negligenza dei due animatori del campo, che si erano appartati per amoreggiare. È arrivata così una nuova ondata di adolescenti per far rivivere un tradizionale rituale estivo in quel luogo, che inevitabilmente ha comporta molti giochi e scherzi anche a livello sessuale. Nei successivi cinquanta o sessanta minuti che seguono questo set-up, quegli stessi ragazzi vengono fatti a pezzi, eviscerati e smembrati in dozzine di modi certamente inventivi, ma invariabilmente cruenti e violenti, modi che sarebbero poi stati ripresi in una dozzina di film a seguire, e le dozzine e dozzine di altri film ("Nightmare", "Scream", "So cosa hai fatto", "Hostel" etc.) che sono usciti da quando questo film è stato realizzato nel 1980. Alla fine, c'è solo uno di loro ancora vivo, interpretato da Adrienne King (Alice Hardy), l'unica delle adolescenti a non impegnarsi in quel tipo di attività sessuale che ha portato alla morte prematura delle sue amiche. *S*P*O*I*L*E*R* Ma quando incontra una donna apparentemente gentile, la signora Voorhees (Betsy Palmer), si troverà faccia a faccia col vero assassino, dal momento che Palmer è la madre in cerca di vendetta per il figlio (Jason) che è annegato nelle acque di quel lago. Quest'ultima parte è forse la più inventiva del film, dal momento che, a differenza dei successivi sequel che coinvolgono Jason e il suo travestimento con maschera da hockey, è sua madre squilibrata (alla signora Bates in "Psycho") che compie le uccisioni, però, saggiamente, la Palmer non mostra il suo lato delirante e folle fino a quando non è assolutamente necessario. E alcune delle scene diurne di Crystal Lake hanno l'atmosfera del classico di John Boorman "Un tranquillo weekend di paura" del 1972, esso stesso una specie di film dell'orrore. Ma il punto fondamentale dell'esistenza di "Venerdì 13" è la violenza estremamente esplicita che ne consegue, e qualunque sia l'atmosfera e la suspense che il film ha è abbandonato poco più che a metà strada per gli sgozzamenti e gli sbudellamenti con sangue a fiotti annesso e connesso. Ci sono anche due scene al rallenty costruite abbastanza bene, quella iniziale dell'omicidio di Claudette e quella finale della decapitazione del killer da parte di Alice. "Friday, the 13th" vanta una delle prime apparizioni cinematografiche (la quarta per l'esattezza) di Kevin Bacon nei panni di uno degli adolescenti coinvolti (Jack Burrell), il famoso omicidio ispirato a quello dei due ragazzi di "Reazione a catena" di Bava, col ragazzo che viene infilzato da sotto il letto); anzi, è stato l'unico di loro che ha continuato a fare strada poi nel mondo del cinema e diventare famoso. E nessuna recensione di questo film sarebbe completa senza menzionare gli effetti di trucco grafico di Tom Savini, che ha lavorato a "Zombi" di George Romero nel 1978. Ma alla fine, tutto questo, a mio avviso, non rende "Venerdì 13" un classico del genere horror alla maniera di "Psycho" o "Halloween". È abbastanza buono per un punteggio di una piena sufficienza, ma devo dire che oltre non sono disposto ad andare, anche perchè le musiche (Harry Manfredini) non sono irresistibili. Le riprese si sono svolte nei paraggi delle città di Blairstown e Hope, nel New Jersey (quindi l'ambientazione resta la stessa, sia nella finzione che nella realtà).