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VENERDI' 13 PARTE II - L'ASSASSINO TI SIEDE ACCANTO regia di Steve Miner

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Alpagueur     7 / 10  21/11/2020 19:49:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un sequel ben più che decente. "L'assassino ti siede accanto" (Friday the 13th Part 2) è un film interessante per i fan dell'horror. È vero, la sua qualità non è alla pari con "L'esorcista" o "Non aprite quella porta" (senza scomodare "Halloween"), ma il film cerca di incorporare un contesto più profondo, anche un po' di simpatia, attorno all'iconico cattivo, Jason. Al pubblico viene anche fornita un'idea di come Jason possa essere sopravvissuto in mezzo alla natura selvaggia, da solo. In questo sequel, un gruppo di scout adolescenti sta frequentando un campo di addestramento per istruttori di campeggio vicino a Crystal Lake (rinominato 'Campo Sangue'), cinque anni dopo gli eventi del primo film. Dopo aver liquidato in avvio l'unica sopravvissuta agli stessi (Alice), Jason inizia a prendere di mira gli intrusi usando una varietà di strumenti e metodi che mantengono fresca ogni scena di uccisione. Vicino al culmine del film, vediamo che si nasconde il viso con un sacco di tela (la maschera da hockey non appare fino ai film successivi) che aggiunge un'aria forte e minacciosa al personaggio. Un aspetto negativo, secondo me, è la sequenza del sogno estesa all'inizio del film composta da frammenti del primo film. So che lo scopo dietro questo era quello di rivedere ciò che era accaduto in precedenza, ma sembrava inutilmente lungo a meno che non fosse anche un mezzo per allungare un po' il film. Inoltre, c'erano diversi 'jumpscare', che considero un modo economico per eccitare la reazione del pubblico. Personalmente preferisco un accumulo di tensione autentica, ma generalmente non è questo il modo in cui sono costruiti i film slasher degli anni '80. Film slasher come questo non sono pensati per essere pensati troppo a fondo, ma apprezzo lo sforzo di costruire una storia più forte sul cattivo. Ovviamente si sente la mancanza di quella certa aria di 'familiarità' che avevano alcune delle vittime con l'assassino (dato che lo conoscevano) del primo episodio, e che proprio per questo rendevano il plot più misterioso e inquietante, in compenso abbiamo lo sdoganamento 'ufficiale' del personaggio di Jason Voorhees, che diventerà, volenti o nolenti, un'icona per il cinema thriller americano degli anni a venire (pensiamo per es. alla sequenza iniziale di "Scream" in cui il killer fa una serie di domande alla ragazza bionda appassionata di cinema dell'orrore proprio su questi film famosi). Ciò avviene con una irruzione dalla finestra (al rallenty) che è tuttora considerata, volenti o nolenti, come uno dei momenti classici nella storia del cinema horror...vuoi per la tensione accumulata da Paul e Ginny prima di aprire la porta, vuoi per il volto deforme dell'uomo (che proprio per via del rallenty sarà mostrato allo spettatore in tutta la sua bruttezza). In più abbiamo anche la famosa scena del (doppio) impalamento di Jeff e Sandra sul letto, rimando abbastanza palese a quella analoga di Sylvie con l'amante in "Reazione a catena" di Mario Bava del 1971. Le musiche (Harry Manfredini) hanno delle reminescenze di "Lo squalo" (Williams) e "Psycho" (Herrmann), un mix conturbante ma non eccelso di timbri sonori (qui si poteva fare di molto meglio). La scenografia (Virginia Field) è molto buona, con questo curioso mutante "figlio dei boschi" che si muove perfettamente a suo agio nel suo ambiente naturale e che ha ispirato una scena di "Wrong turn" (2003) di Rob Schmidt. Da segnalare anche la ripresa iniziale in campo medio (solo pochi secondi), che ricorda molto quella di "Halloween" di Carpenter (inquadratura esterna della villetta bianca a due piani di Alice/Michael). Il film, ambientato (storia) e girato (riprese) nei dintorni di Blairstown, nel New Jersey (la città si vede bene nella scena in cui Jeff e Sandra arrivano per recarsi al campo insieme a Ted), così come il precedente, continuerà l'anno successivo (1982) nella Parte III ("Weekend di terrore", sempre di Steve Miner), che si aggancerà alle scene finali di questo mediante una continuità retroattiva (purtroppo proprio la scena in cui Jason sfonda la finestra, che è la più terrificante, diventerà in pratica un sogno). Tutto sommato è un brillante horror, che trasmette un fantastico senso di paura con questa sorta di mutante spaventoso che è Jason. E a conti fatti sì, mettendo sul piatto della bilancia pro e contro di ciascuno, penso sia anche migliore del primo film (uno dei pochissimi seguiti, così a memoria, assieme a "Rocky 2"). Che piaccia o meno, è uno di quei classici horror che va visto almeno una volta (come dicevo prima da qui inizia la "leggenda" cinematografica di Jason Voorhees). Per fortuna ho dato 6.5 al primo, per cui qui posso 'allargarmi' un po' (senza esagerare e facendo i debiti confronti con tutti gli altri cult del genere) con un 7 che, in virtù delle considerazioni elencate, secondo me ci sta tutto.