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MESHES OF THE AFTERNOON regia di Maya Deren

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8½ / 10  07/06/2016 11:12:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Impossibile non annoverare tra i principali manifesti del surrealismo il debutto dell'ucraina Maya Deren (vero nome Eleanora Derenkovskaja), la quale realizza in terra americana un corto in bianco e nero, elaborando una serie di avvenimenti ripetuti nell'ambito di un mutevole ed eterno cerchio narrativo a cui vengono aggiunti, di volta in volta, spiazzanti particolari.
Le chiavi di lettura nel corso degli anni si sono sprecate (c'è chi parla di allegoria femminista, altri di ricostruzione di un suicidio), tutte potenzialmente valide ed al tempo stesso smentibili.
Nonostante la difficoltà di dare un senso compiuto al girato, il fascino emanato dalle immagini è indiscutibile: questo grazie alla regia sperimentale della Deren ed alla sua recitazione all'avanguardia sui tempi, dove alla diva Hollywoodiana, si sostituisce un'incarnazione femminile di non convenzionale beltà.
La forma estetica è ammirevole per rappresentare un flusso di coscienza in equilibrio tra sogno e realtà, in cui si avvicendano numerosi oggetti di vario genere. I personaggi sono invece limitati, oltre alla protagonista, abbiamo la fugace apparizione di un uomo (Alexander Hammid, all'epoca marito dell'autrice) e la presenza di una figura incappucciata con al posto del volto uno specchio, evidente omaggio di natura simbolica al buddhismo, grande passione della regista, quanto l'esoterismo, anch'esso presente con vari rimandi.
Lavoro intrigante e misterioso, caratterizzato dalla coinvolgente musica d'accompagnamento, aggiunta solo nel 1959 e composta da Teiji Ito.