metathron 7½ / 10 27/05/2009 23:45:50 » Rispondi Personalmente la saga di X-Men mi ha sempre preso molto. Per un motivo molto semplice: tratta in modo simbolico e narrativo il tema dell’Io dell’uomo. È lo spinoso tema dell’Io sono unico e irripetibile e speciale ma contemporaneamente sono in questo uguale a tutti gli altri, che sono altrettanto unici irripetibili speciali. È il nodo dell’unicità, anche spirituale, di ogni uomo. In X-Men la cosa assume un valore fortemente narrativo. Si tratta proprio del sorgere di una serie di esseri umani con poteri che li rendono unici e diversi, e che li portano ad un conflitto con l’idea stessa, col mito stesso della normalità. È molto facile avere un transfer, identificarsi, con loro, perché simboleggiano ciò che di unico e divino e soprannaturale c’è in ognuno di noi, più o meno dormiente. C’è il suggerimento che l’umanità possa risvegliarsi ad un nuovo stato di coscienza. Chiaramente la serie da una declinazione completamente simbolica e materialista di questo salto evolutivo. Non si permette mai di dichiararne la natura teologica, perché forse ne è completamente inconsapevole. Ma come opera d’arte la serie si presta a una lettura animica e spirituale molto intensa.
LA TRAMA e LA PSICOLOGIA DEI PERSONAGGI: Il film è interessante perché affronta il personaggio di Wolverine nel pieno della sua coscienza. Non abbiamo a che fare con un Wolverine inconsapevole del proprio essere, un immemore, ma possiamo vederlo nella nascita e nel compimento cosciente del proprio destino. In generale anni ed anni di sviluppo della trama nella serie di fumetti danno a questo film un bacino di idee e contenuti enorme, e di primissimo rilievo. I vari personaggi sono fortemente caratterizzati, sembrano proprio i personaggi di un dramma interiore
L’atto iniziale sembra una trasposizione parziale della tragedia di Edipo: il figlio che senza saperlo uccide il (vero) padre. È un’inizio da tragedia greca, letteralmente  L’infanzia di Wolverine si denota poi per il rapporto particolare che ha col fratello di sangue (Victor Creed), che ne condivide la mutazione (è il futuro acerrimo nemico Sabretooth?). Da subito la relazione tra i due si configura come quella tra l’Io e il proprio doppio. Il tema del doppio è uno dei cardini della letteratura mondiale (basta pensare al Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, al mito classico dei Dioscuri, al mito di Ahriman e Ahura Mazdao nella tradizione Persiana, al tema del doppio nella psicologia Junghiana e chi ne ha più ne metta…). Anche in questo caso si configura come uno specchio oscuro di sé stessi, con cui Wolverine intrattiene un conflitto continuo, precisamente di stampo morale. Wolverine si astiene dalla violenza pura ed è mosso dalla compassione verso gli esseri viventi, il suo fratello doppio no, fa un uso spregiudicato della violenza. Ma il fatto che quando ne ha la possibilità, alla fine sul torrione, salvi Wolverine invece di ucciderlo, rimarcando che solo lui può uccidere il fratello, denota una verità assoluta del doppio di ogni uomo: come in Dorian Gray l’Io e il Doppio vivono in simbiosi, non possono vivere l’uno senza l’altro. se muore l’uno muore anche l’altro. E questo tema percorre l’intero film, nella narrazione del rapporto tra Wolverine e suo fratello. Continuando con una lettura onirica del film (come se fosse un sogno) l’amata di Wolverine (Kayla) potrebbe rappresentare l’anima (di colui che sogna l’intero film). E il fatto che scenda a patti col doppio e simuli la propria morte per amore della sorella, e che alla fine oltre a manipolarlo si innamori veramente di Wolverine e lo faccia innamorare, sono temi anche questi cardinali dell’elemento erotico femminile nella letteratura. Il tradimento femminile che porta libertà ed evoluzione all’uomo è il mito fondatore di Adamo-Eva. La stessa posizione a-morale spinta dall’amore (per la sorella) e che genera amore (infine per Wolverine) potrebbe definire anche una delle caratteristiche principali della nostra anima. Il carattere femminile erotico seduttore che può sfociare nell’amore.
Poi si potrebbe continuare a lungo. Stryker, il crudele trasformatore di Wolverine che vuole epurare l’umanità dai mutanti perché non ha mai accettato che il proprio figlio sia uno di loro (qualsiasi tematica del conflitto padre-figlio che scaturisce dalla scoperta che il figlio sia gay non è puramente casuale, sembra precisamente presente). La risonanza del tema dello sterminio, dove l’accanimento contro un intero popolo (chiamato eletto) si fonda sullo stesso odio per l’individuale, lo speciale, il diverso, l’unico. Ch qui è il popolo dei mutanti.
Ci sono anche molte suggestioni. La vita di Wolverine dal 1800 attraverso la storia americana ricorda un po’ l’approccio tenuto da Zemeckis in Forrest Gump. Oltre a suggerire un’immaginazione di cosa possa significare reincarnazione. Ciò che fa Wolverine in maniera continua, in un'unica vita, forse ognuno di noi potrebbe farlo in modo discontinuo attraverso il tempo, con continui cicli di incarnazione-morte-rinascita, cioè in molteplici vite….
EFFETTI SPECIALI E TECNICA DI RIPRESA: la ripresa non presenta particolari innovazioni o punti di vista, così come gli effetti speciali: sono gli strumenti tecnici con cui narrare in modo convincente la storia. Sono funzionali alla storia, e funzionano molto bene. Denotano la schiacciante superiorità visiva che l’industria americana del cinema ha raggiunto, in confronto alla totale ignoranza dell’animazione 3d e della costruzione del set virtuale che dimostra testardamente il cinema europeo. L’effetto speciale qui è perfettamente funzionale all’immaginazione. Rende l’intero film è una poderosa immaginazione.
Il film si presta anche ad una battuta. Wolverine prima dell’innesto di adamantio presenta artigli ossei bitorzoluti e antiestetici, ma ad upgrade metallico effettuato sfoggia bellissimi artigli di raffinato design, che non hanno nulla da invidiare alla creatività e all’eleganza di Philippe Starck.
Il film è bello, e si propone come un seme di molteplici riflessioni….ma può essere visto anche come un semplice film d’azione scoppiettante e divertente.