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GRAN TORINO regia di Clint Eastwood

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  17/03/2009 18:10:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
NESSUNO E' COME SEMBRA - Più cerca di nascondersi (difendersi) e più l'Eastwood di oggi parla di un mondo contemporaneo ribaltato, senza ragione e soprattutto senza radici/confini precise/i. Alla fine ci insegna a parteggiare per questa specie di John Wayne che parla come un nostro scandaloso ministro (Calderoli ehm), per questo Callaghan che sembra esprimere quanto sia inevitabile l'impossibilità di estinguere le ragioni private e sociali della nostra intolleranza.
La verità sconvolgente è che questo cinema abbraccia decenni di storia e del suo cinema (persino il malinconico tramonto Guthriano di "Honkytonk man") e si appropria anche dei personaggi che l'attore/regista ha voluto donare ad altri (il maelstrom di Mystic river, la Swank di Million dollar baby) riscattando formalmente l'amarezza (non solo il cinismo) del cinema di Don Siegel davanti alle tavole degli "ideologhi crociati" di tanti anni fa.
UN UOMO, OGGI - Kowalski - un personaggio che deve molto indirettamente a Peckinpah (così determinato a difendere - più che se stesso - il territorio ambivalente della vita ehm altrui) e mi stupisce che nessuno l'abbia notato - telefona al figlio dopo aver letto un presunto referto medico: è al suo ultimo, inutile e disperato (la prima prova in cui cela l'orgoglio per resistere) di cercare amore/aiuto, ma è già tardi. La famiglia è come quella di Million Dollar baby, ma quest'episodio di intensissima emozione è come artefatto da una solida dose di consapevolezza umana (maschile).
Kowalski è oramai lontano, scompare ancora una volta ma stavolta come l'eroina di Million... cerca l'eutanasia nel coraggio, la sfida neutrale contro l'ingiustizia della vendetta e delle armi. Disarmato, così classico ma anche discretamente spiazzante rispetto a quanto ci si aspetta.
NE' QUI NE' ALTROVE - Le ragioni della fede (con la presenza edificante e un pò viscida del prete) sfumano davanti alla parabola del bene e del male, davanti alla vita "che non si conosce" quanto la morte o la rabbia ("La cosa che tormenta di più un uomo è quella che non gli hanno ordinato di fare").

In definitiva un film amarissimo disperato per cui non c'è alcuna ragione di ridere o sorridere (magari davanti alle rozze battute razziste di W.) che ancora una volta chiama a raccolta il declino della famiglia occidentale, la separazione etnico-razziale, le contraddizioni sociali dell'omologazione razziale, o anche la dipendenza (tarda e fuori-tempo massimo) per lo status symbol (la macchina d'epoca).
Non sarà il suo vertice assoluto (è giusto immolarsi per redimersi o l'unica redenzione plausibile è la reazione che non ti aspetti?) ma io ho respirato la stessa Sete d'amore che, per dirla alla Mishima, accompagna gli uomini sbagliati a sconfiggere la brutale ottusità che li circonda e li imprigiona
ferro84  17/03/2009 19:36:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
UN UOMO, OGGI - Kowalski - un personaggio che deve molto indirettamente a Peckinpah (così determinato a difendere - più che se stesso - il territorio ambivalente della vita ehm altrui) e mi stupisce che nessuno l'abbia notato - telefona al figlio dopo aver letto un presunto referto medico: è al suo ultimo, inutile e disperato (la prima prova in cui cela l'orgoglio per resistere) di cercare amore/aiuto, ma è già tardi. La famiglia è come quella di Million Dollar baby, ma quest'episodio di intensissima emozione è come artefatto da una solida dose di consapevolezza umana (maschile)

Qui hai ragione ma io lo vedo come un difetto, Eastwood ricorre troppo spesso agli odiosi clichè
Invia una mail all'autore del commento Tempesta  20/03/2009 22:12:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Manco da un po di tempo,ma ogni tanto leggo i commenti,in particolare i tuoi Kowalski.Davvero un commento impeccabile.
Io ho dato un bel 10,mi sono spinto così in alto basandomi sulle emozioni,e Gran Torino mi ha "drogato" di emozioni.

Ciao Kowalski.

anthony  17/03/2009 18:21:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che commento! Davvero ben scritto!

Per quanto mi riguarda il più bel film della stagione (e non solo...), ad ora.
Non so proprio da dove cominciare per commentarlo dignitosamente...forse è meglio che aspetti un altro po'.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  17/03/2009 18:30:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gran commento Kow, che condivido in pieno. A fine visione avrei dato anch'io 8,5, ma l'averci ripensato in continuazione nei giorni a seguire mi ha spinto verso il 9, anche perché un autore che riesce a sfornare un film simile in una manciata di settimane ad 80 anni suonati va venerato in ogni modo possibile.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  17/03/2009 19:03:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Veramente io non avrei avuto riserve neanche su Changeling che trovo memorabile per la capacità di affrontare gli scheletri nell'armadio opps nella società americana, quel film mi ha turbato. Comunque Eastwood è l'unico "padre" del cinema di oggi, non solo americano. E soprattutto uno dei più impetuosi film bellici di sempre ("Letters from Iwo Jima") un paio d'anni fa.