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GRAN TORINO regia di Clint Eastwood

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godfa982     9½ / 10  26/03/2009 01:00:09 » Rispondi
Il capolavoro di Clint? forse si!!!
Per molti altri autori sarebbe il capolavoro di una vita, un qualcosa di irripetibile..per questo giovanotto invece mi concedo il beneficio del dubbio. Che carriera...è gia storia del cinema nonostante negli ultimi anni ne stia ancora scrivendo importanti capitoli, un vero e proprio monumento vivente.

Un fiero americano con tanto di bandiera a stelle e strisce che sventola fiera fuori la sua porta. Un uomo solo, che sceglie con i suoi modi di fare al limite della sopportazione di allontanarsi dalla sua famiglia e suo malgrado lentamente e, forse non involontariamente, di avvicinarsi ai cinesi immigrati che hanno invaso la sua patria e soprattutto il suo quartiere. Paradossalmente scoprirà piano piano di avere piu punti in comune con i "mangiacani", cosi attaccati alle loro tradizioni e cosi fieri delle loro origini (proprio come lui), che con i suoi figli cosi squallidamente neo-americani.

Balzano all'occhio evidenti punti in comune con le sue precedenti opere, in modo particolare con million dollar baby: innanzitutto il personaggio interpretato da Eastwood è per certi aspetti molto simile allo scorbutico allenatore di boxe: entrambi duri, molto diretti e a dir poco odiosi. ma solo all'apparenza, in realtà per entrambi è un semplice meccanismo di difesa che usano per evitare di rivivere determinate situazioni ed emozioni. Il rapporto conflittuale all'apparenza con la religione e con il prete di quartiere, ma che in realta ha semplicemente con se stesso. Il legame paterno che si instaura con "la ragazza" pugile e il ragazzino "muso giallo" e la crescita personale che ne consegue e infine il sacrificio finale. Con questo non voglio certo intendere che le due pellicole siano identiche ma come sia evidente il fatto che portino la stessa firma. Ciò lo si nota anche da un punto di vista meramente stilistico: la fotografia, lo stile registico (come sempre nei suoi film) asciutto ed essenziale sono peculiarità che ormai contraddistinguono il suo cinema rendendolo riconosciblissimo e quindi unico nel suo genere.

Zio Clint si concede un ulteriore tocco di classe: il famoso signor Macguffin di hitchcockiana memoria e che ha dato tanto lustro molti anni dopo al signor Tarantino e ad una certa valigetta. ("siamo contenti?")
In questo caso il cosiddetto espediente non puo che essere la Gran Torino: è con essa che tutto ha inizio, e soprattutto è attraverso essa che si sviluppa la storia ed è con essa che termina.

Un film incredibile, cosi crudo e allo stesso tempo cosi intenso ma soprattutto di una semplicità a dir poco disarmante!