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TONY MANERO regia di Pablo Larraín

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Violabianca     6 / 10  29/01/2009 17:36:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come viveva in Cile ai tempi di Pinochet il sottoproletariato? Il regista Pablo Larrain ce ne fa uno spaccato per nulla edificante. Siamo lontani dalla lotta politica e dal dramma dei desaparecidos (Missing). Nelle grigie strade di Santiago (?) si aggira un insoddisfatto, scaltro e abbietto ballerino da strapazzo (interpretato con feroce freddezza da Alfredo Castro) invasato all'idea di diventare un perfetto clone di Tony Manero. Il clone del personaggio di un film e non del suo interprete. Le mire quindi non sono elevate, quanto squallidi l'ambiente e gli altri personaggi che si aggirano attorno a lui: la padrona del decadente night dove lavora, le due "prime ballerine" - madre e figlia che se lo contendono a letto - e un giovane desideroso di emularlo. Tutti guardano a lui come l'ancora di salvezza per uscire dalla poverta' fisica e morale in cui si trovano. Ma il protagoinista non ha rispetto o sentimenti per nessuno ed impassibile davanti al risultato delle sue azioni criminose va avanti per la sua strada fino al finale aperto che ci lascia un po' perplessi. Ed e' qui che ci sfugge l'intento del regista. Davanti ad un film fastidioso e pieno di immagini crude annaspiamo nel tentativo di capire perche' lo dobbiamo guardare. Forse per ricordarci che le dittature portano la societa' ad un tale degrado che neache in sogno se ne puo' sfuggire.