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MUCCHE ALLA RISCOSSA regia di William Finn, John Sanford

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Dom Cobb     4 / 10  13/11/2014 19:04:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Far West. Per salvare la loro fattoria da una vendita all'asta, un gruppo di mucche decide di dare la caccia al famigerato bandito Alameda Slim ed incassare la taglia sulla sua testa: ne passeranno di tutti i colori...
Inizialmente, doveva uscire al posto di Brother Bear, invece problemi di produzione lo fecero slittare un anno dopo quest'ultimo, divenendo fino al 2009 l'ultimo cartone animato in 2D prodotto dalla Disney. Ritengo che possiamo essere grati agli studios di aver riaperto i battenti con La principessa e il ranocchio cinque anni dopo, perché se Mucche alla riscossa fosse davvero stato l'ultimo, per la factory nata alla fine degli anni '20 con Steamboat Willie e catapultata nell'olimpo con Biancaneve e i sette nani sarebbe stato un canto del cigno davvero imbarazzante.
In breve, semplicemente niente in questo prodotto, che di disneyano ha poco o nulla, funziona: l'animazione è fatta al risparmio, al punto che gli sporadici quanto inspiegabili utilizzi della CG risultano fin troppo vistosi e maledettamente finti, la storia è solo una scusa per mettere insieme una sequela di gag infantili e poco divertenti, la carrellata di personaggi che, in altri tempi e in altre circostanze, sarebbe stata il fiore all'occhiello del film è dimenticabile e blanda.


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E a fare da sottofondo al tutto una colonna sonora anonima e canzoni inascoltabili, entrambi opera di quell'Alan Menken che un tempo rappresentava il gioiello della corona di molti prodotti disneyani, mentre qui da l'impressione di non infischiarsene neanche delle melodie che compone.
Certo, tutto questo non sarebbe così grave se sulla locandina non ci fosse il marchio della Disney: insomma, si tratta della compagnia che ha fatto l'infanzia di tutti i bambini ed adulti del mondo, e francamente faccio fatica a credere che quegli stessi studios responsabili di capolavori come Fantasia o La bella addormentata nel bosco abbia ridotto i suoi sforzi a un branco di mucche e uno stile animato pari a quello dei cartoni di Wyle E. Coyote. Non c'è alcuna traccia della magia, dell'energia e della creatività tipica della Disney, soltanto una scelta idiota e decerebrata dopo l'altra,


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tanto che non sembra neanche un film della rinomata ditta. Già il fatto che sia stato rilasciato in un periodo inconsueto per i classici Disney la dice lunga sulle aspettative nei suoi confronti: a differenza degli altri, rilasciati in estate o nel periodo del giorno del ringraziamento in modo da sfruttare al massimo la maggiore percentuale di pubblico, questo venne distribuito in Aprile, quando la frequentazione delle sale cinematografiche era molto minore. In altre parole, neanche la Disney riteneva Mucche alla riscossa un prodotto valido, e nel vedere il film completo, non gli si può dare torto: dai tempi di Bongo e i tre avventurieri la Disney non produceva un lungometraggio così dimenticabile, ma se non altro, anche i classici come quello sopracitato possedevano una perizia artistica che questo film non ha, e per di più la loro bassa qualità era giustificata dalla guerra appena finita. Mucche alla riscossa, invece, non ha giustificazioni, il che lo rende ancora più vergognoso.
Da una parte, è un peccato che il genere dell'animazione a mano fosse regredito fino a quel punto, rafforzando la passione del pubblico per l'animazione 3D, ma dall'altra è innegabile che, dopo la serie di successi del Rinascimento Disney, gli studios stessi si sentissero intimoriti all'idea di confrontarsi con il mito che proprio loro avevano creato, un timore che aveva forse annichilito la loro spinta ad osare e il loro coraggio. Più che una chiusura definitiva, avevano bisogno di una pausa per chiarirsi le idee, una pausa che fortunatamente c'è stata: dopo cinque anni di chiusura, gli studi Disney riapriranno i battenti e torneranno alla carica, riportando in auge il solo e unico genere di animazione a mano che tutti i bambini ed ex-bambini hanno imparato ad amare.