caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LE CHIAVI DI CASA regia di Gianni Amelio

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
lo zio     5 / 10  20/09/2004 11:40:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

premessa: conosco Amelio solo per le sue opere filmiche (capolavori quali
IL LADRO DI BAMBINI, LAMERICA, COSI' RIDEVANO e LA FINE DEL GIOCO), purtroppo non mi sono mai avvicinato alla sua saggistica che mi dicono sia di altissimo livello...non so se questa conoscenza imperfetta possa risultare sufficiente per capire una figura a tutto tondo del cinema italiano come Gianni Amelio.
Di sicuro, i suoi film erano di grande livello perchè rappresentavano la sintesi di grande proprietà tecnica, momenti di poesia e innovativi spunti di riflessione
( data anche la grande attenzione del regista su scottanti problematiche sociali).
Secondo me, LE CHIAVI DI CASA è lontano anni luce da queste qualità.
Oltre al fatto che sia un film che scorre abbastanza bene, il rapporto umano fra i due personaggi principali non decolla, restando sempre ancorato all'espressione belloccia di Rossi Stuart e al macchiettismo( anche divertente, per carità) di Andrea Rossi.
Interazioni interessanti fra padre e figlio sono rare e piuttosto scontate.
L'emozione che poteva sorgere dalla descrizione di un rapporto come questo
non si concretizza mai.
Gli spunti di riflessione interessanti sono limitati al solo personaggio di Charlotte Rampling (amore-odio verso l'handicap, ecc...), l'unico veramente
"scomodo" e reale: infatti viene lasciato ai margini e non approfondito.
Che RAI cinema abbia spinto per eliminare le fasi più appuntite di questo film? Che lo abbia prodotto solo per avere il nome da vittoria a Venezia , senza poi sostenere gli elementi più pericolosi dell'opera?
Mi auguro che in fondo sia così, voglio pensare che il film non sia solo farina del sacco di Amelio
Raskolnikov  20/09/2004 11:58:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"il rapporto umano fra i due personaggi principali non decolla, restando sempre ancorato all'espressione belloccia di Rossi Stuart e al macchiettismo( anche divertente, per carità) di Andrea Rossi"
"Interazioni interessanti fra padre e figlio sono rare e piuttosto scontate."

Di' la verità. Avevi mangiato pesante.
lo zio  20/09/2004 20:42:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

purtroppo no, almeno avrei avuto la consolazione culinaria...invece ,anche dopo riflessione a mente lucida, confermo: secondo me, il film è poco riuscito. Riguardati i suoi film precedenti e confronta...non c'è paragone
Raskolnikov  20/09/2004 21:09:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo non è peggiore dei precedenti. È solo profondamente diverso, a parte qualche lieve reminiscenza da Il ladro di bambini.
Ti prego, rivedilo, assorbilo meglio e ti troverai davanti ad un capolavoro; dico sul serio, credo sia uno dei film italiani più poetici degli ultimi anni. Ci sono dei momenti di grandissimo cinema.
Oh, se poi anche rivedendolo non cambi idea, significa che non è stato girato per te, come diceva il grande Borges riferendosi però ai romanzi.
Ciao zio
paul  21/09/2004 14:01:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non so chi dei due abbia ragione, non avendo visto il film e non avendo intenzione di andarlo a vedere (nulla contro Amelio, anzi; mi sono solo promesso quest'anno di non andare a vedere nessun film italiano...è una mia piccola lotta personale). Volevo però domandare ad entrambi: non credete che sia ora che gli italiani escano da questo circolo vizioso di fare film narranti solo drammi esistenziali e stop? Possibile che in Italia non si sperimenta più nulla? Credete che in futuro potranno nascere dei nuovi Leone, Fellini, Visconti? O anche registi che potranno essere liberi di sperimentare nuovi campi? (tipo Fulci o Bava per intenderci). Credo che il cinema italiano si stia chiudendo sempre più in se stesso, forse è colpa dei produttori, non so. Cmq esprimo solo una mia opinione, mi piacerebbe sentire la vostra. Merci
Raskolnikov  21/09/2004 15:41:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, hai ragione; il problema del cinema italiano è complesso e possiamo soltanto fare ipotesi. Credo anch'io che gran parte della responsabilità ce l'abbiano i produttori, ma valli a biasimare. Tu rischieresti un colossal affrontando Hollywood sul suo campo di battaglia? E questo primo problema mi pare interessi tutta Europa, con rarissimi tentativi di evasione dai soliti generi, che comunque fanno flop al botteghino (vedi Nido di Vespe di Florent Emilio-Siri, che pur essendo un film valido, non ha riscosso un gran successo). Se poi lasciamo da parte i film costosi e pretendiamo almeno di uscire dai drammi esistenziali e dalle commedie urbane, qualcosa in Italia c'è. Ma proprio qualcosina; mi riferisco soprattutto ad Ermanno Olmi, che sforna film sicuramente molto interessanti o addirittura capolavori (il mestiere delle armi); se cerchi però l'Autore, quello con personalità e tratto distinguibile, come i vari Leone, Fellini, Visconti, ecc. hai ragione tu. E chissà quanto dovremo aspettare. I grandi del cinema italiano sono stati fin troppo influenti e adesso assistiamo ad un riflusso; chissà, i nostri giovani registi si sentono forse schiacciati dal peso di quei grandi maestri, e le condizioni politico-economiche certo non li incoraggiano a sperimentare e ad imporsi con personalità. Poi registi come Argento (agli inizi), Fulci o Bava credo che non li vedremo più. Perchè in questo caso siamo già in pieno cinema di genere, ed è il genere horror italiano ad essere tramontato. Sarebbe come fare uno spaghetti western dopo Leone. Se di Fulci e Bava ti riferisci alla sperimentazione, vale il discorso di prima.
Comunque, tutto sommato, non siamo messi malissimo rispetto ad altri paesi dell'Unione. Il cinema tedesco, per esempio, è quasi morto, tranne rari bagliori (come Goodbye Lenin).
Dai, finchè le cose stanno così, non è un oltraggio applaudire qualche film intimista.
La tua lotta personale falla pure, ti appoggio, ma prima vai a vedere questo film. Almeno per avere un'immagine più completa del recente cinema italiano.
paul  21/09/2004 16:06:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti ringrazio della bella risposta, molto esaurente. Dai, magari vado a vederlo.
paul  21/09/2004 16:06:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
tra l'altro d'accordissimo su Olmi, che avevo dimenticato.
Raskolnikov  21/09/2004 18:05:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prego, è un piacere rispondere a persone equilibrate come te. Adesso non ti montare la testa, però. Lasciala sul tavolo e chiama un tecnico.
Vedilo, vedilo, che è un bellissimo film. Oh, se poi non ti piace io non ti ho detto nulla.
Ciao Paul
paul  22/09/2004 10:18:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie grazie. Ogni tanto m'inc.azzo anch'io, ma insulto solo chi se lo merita, ho il sesto senso dell'insulto eh eh un saluto paul
Anna Ronconi  22/09/2004 10:44:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordissimo con te. Non riesco neache a considerarlo un film, fermo restando che farebbe bene vederlo a parecchie persone. L'interpretazione di Rossi Stuart è quella di un accompagnatore imbarazzato davanti ad una persona vera, il ragazzo, dotato a mio parere di una simpatia incomparabile e per niente, come dici te, macchiettistica. La più grande è Charlotte Ramplingo, l'inquadratura sul suo viso per due interminabili silenziosi minuti sono gli unici momenti di sofferenza credibile in tutto il film (se di sofferenza si voleva parlare, o comunque di riflessione sul tema). Occasione sprecata, peccato! Anche se senz'altro difficile.