LE CHIAVI DI CASA regia di Gianni Amelio

sciafah  05/10/2004 08:18:05 » Rispondi
Ciao, ragazzi. Sono tornata da poco dall'ospedale, ve lo avevo accennato. Come state? Io... lasciamo perdere... Se qualcuno mi vuole salutare io sarei molto felice.
A me il film è piaciuto molto. Non l'ho trovato pietistico e il bambino favoloso. Ciao Vlad, Rask, Aliena, Sb6r, Lotito (Alessio no), Cash, Eov_ny (si scrive così?), Maremare, Paul... e tutti insomma. Anche non comunicando con voi, mi avete tenuto compagnia, vi ho pensato molto e ancora ridevo, perché le battute non sono mancate. Ciao a tutti. VVB.

Raskolnikov  05/10/2004 00:28:47 » Rispondi
Se devi offendermi fallo bene, cara Eleoh.

Raskolnikov  05/10/2004 11:59:10 » Rispondi
Vallo a vedere. Subito.

  Lot  05/10/2004 08:55:57 » Rispondi
Nella sua pacatezza e supponenza il tuo "giudizio sul giudizio" era + offensivo di un sano "imbecille" buttato lì a caldo.

Raskolnikov  05/10/2004 11:56:28 » Rispondi
Avendo tu certamente notato con arguzia e tempestività che gli unici giudizi negativi sono in questo caso anche quelli meno motivati, ti renderai ben conto di quanto debole sia la tua concezione del giudizio in generale, come capriccio estetico dettato dal caso o libero esercizio della volontà ineluttabilmente influenzato dall'umore o dai pregiudizi, costruiti ad hoc o di più lunga data, o come espressione priva di qualsivoglia oggettività, concezione, questa, che inevitabilmente conduce al relativismo più spinto e, guardando oltre, all'inutilità dell'arte e della vita, privata la prima della sua più intima essenza, la sensibilità della bellezza, comune a chiunque abbia un corredo genetico intatto simile a quello umano, e la seconda, esautorata dal suo ultimo compito, cioè l'arte, intesa come volontà di adattare il mondo alla propria soggettività, volontà che può estrinsecarsi nella comprensione o nella contemplazione dello stesso, e che trova un suo più diretto riflesso nel linguaggio, ad immagini e verbale, linguaggio che non necessariamente vuole comunicare, ma che può anche ridere di sé, autocompiacersi e farsi beffe di chi lo prende sul serio, che ignora, invero, di peccare dello stesso peccato che accusa, e che il buon lotito rileva, e cioè quello di offendere chi esprime un giudizio diverso dal proprio, facoltà che il sottoscritto esercita con coerenza, mentre l'altro, giudicando il giudizio, con inconsapevole meschinità, tutti elementi che portano il sottoscritto ad assumere una posizione ancor più rilassata di prima, ad accrescere la sua autostima, a compiacersi di chi capita, a offendere chi se lo merita e, soprattutto, a parlare come ***** gli pare.