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LA BELLA VITA regia di Paolo Virzì

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Terry Malloy     7½ / 10  19/12/2011 15:33:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
18 anni fa esordiva un regista toscano che poi avrebbe fatto parlare molto di sé. Paolo Virzì. Acclamato dalla critica e dal pubblico, ma anche tacciato da volgarità e faciloneria "all'italiana", salutato come il nuovo Mario Monicelli (non solo per la medesima provenienza geografica), ma anche criticato di ripetitività e banalità, il regista livornese ha da sempre diviso il pubblico tra chi lo adora e chi lo odia. Io lo adoro. Con questo bellissimo film di esordio, commedia (ma anche no), genere prediletto (che gli riesce davvero incantevolmente), amara e dolce allo stesso tempo, termino la sua filmografia. Non c'è un solo film di Virzì che non mi sia piaciuto. Un regista incredibilmente "di continuo" che ha fotografato l'Italia in più di una fase storica, e che è andato sempre rinnovandosi e migliorandosi. Un regista di cui vantarsi, anche se in piccolo. Sì, perché non si può dire certo che i suoi film siano esportabili (forse solo qualche titolo) o che abbia realizzato dei pezzi di storia, eppure Paolo si è faticosamente, ma caparbiamente conquistato un posto particolare e interessante nel Cinema italiano, che gli spetta di diritto e che credo nessuno gli fregherà. Non dimenticherò quelle storie e quei personaggi, ammantati di dolce tristezza, di candido squallore, così umani e realistici, eppure così favolistici nella loro realizzazione su schermo. Che piaccia o no, Paolo ha cantato l'Italia: quella dei supermercati, delle televisioni regionali, dei matrimoni falliti, degli operai sull'erba a mangiare ("non sono forse belli?"), delle scelte meno allettanti ma forse più sicure, degli anti-eroi, del sesso con la Ferilli (splendida e brava), del dialetto livornese, del mare di Toscana, degli immigrati, degli italiani che partono, si lasciano, ma comunque si vogliono bene.
Grazie Paolo, sei un grande.