caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL CACCIATORE regia di Michael Cimino

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     9½ / 10  13/07/2010 16:48:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cimino,quello che diverrà l'appestato di Hollywood dopo I cancelli del cielo,dirige il suo lavoro più conosciuto ed apprezzato che gli varrà anche la definizione di fascista da Jane Fonda e parte della critica americana. Non si può di certo dire che come regista lasci indifferente le persone.

Venendo al film potremmo metterlo in un'ipotetica trilogia sul Vietnam da consigliare a chi vuole il meglio,perché il mastodontico trattato psicologico e realistico di Cimino può tranquillamente essere accostato agli altri due capisaldi di Coppola e Kubrick. Fare a gara sul migliore non mi piace ma magari si potrebbe dire che Il cacciatore è il più debole dei tre. Preso come film a sè stante rivela una forza incredibile,al di là del fatto che è già entrato nella leggenda per le vicissitudini seguite alla lavorazione.

Tra un Walken che sputa in faccia a De Niro senza che lui lo sappia (non la prese bene ma da mostruoso professionista continuò a recitare),Savage che si rompe una gamba e rischia di farsi molto ma molto male con lo stesso De Niro (non ci sono stuntman nella scena dell'elicottero,la gamba rotta del personaggio di Savage è davvero rotta), il povero Cazale con un cancro terminale che sfodera la sua quinta ed ultima prestazione,anche questa magistrale (se si vedono le medie dei film a cui ha partecipato,appena 5,si rimane basiti) e,come se non bastasse,viene minacciato con una pistola carica in piena fronte proprio da Bobby De Niro,Walken che fa dieta di riso e banane per mesi... Si potrebbe andare ancora avanti per un pò.
Incredibili davvero tutte le vicende che hanno accompagnato la lavorazione del Cacciatore. Fu spossante girarlo per tutta la troupe,Cimino inoltre non deve essere stato un datore di lavoro intransigente,eppure grazie anche a tutto questo la cosa che trasuda più di tutto questo gran film è un realismo impressionante. Proprio la regia di Cimino è lucida e senza paura.
Da ricordare anche i sotterfugi usati dal regista per far uscire al cinema la versione completa del suo lavoro,con la mazzetta data al proiezionista della versione "corta" nell'anteprima di prova per bruciare la pellicola a metà film e far disinteressare e arrabbiare il pubblico... Mentre nella proiezione di prova della versione lunga tutto andò bene e il pubblico fu invece soddisfatto!

Il Cacciatore non possiede la potenza visiva di Apocalypse Now,nè l'analisi satirica e dissacrante (di dissacrante realismo) di Full Metal Jacket ma ha un potere incredibile sullo spettatore,un impatto devastante sul piano psicologico che fa rimanere con l'amaro in bocca.
Grazie al realismo e alle scene strepitose della roulette russa,soprattutto.

La trama si divide in 3 parti: prima della guerra,durante e dopo il conflitto. Per quanto perfettamente dosate è la prima parte,quella del matrimonio, a strabordare troppo ed è troppo lunga e non necessaria per quanto introduca in ottima maniera i personaggi prinicipali. Ogni scena ha un suo perché successivamente,dalla caccia spensierata al cervo ai dialoghi divertenti tra gli amici.
Dopo la scena nel bar con la suonata di piano,vero e proprio interludio alla tragedia,si stacca in maniera traumatica sul rombo degli elicotteri e sulla violenza brutale della guerra. La scena della roulette russa è tesa e snervante,da annoverarsi tra le più debilitanti scene del cinema con una violenza psicologica sullo spettatore non indifferente.
Poi c'è il ritorno,tragico e in cui tutto è cambiato perché la guerra cambia,inevitabilmente. Riesce anche a non essere melenso il God bless America perché dopo tutta la violenza che abbiamo visto quel canto,soprattutto QUEL canto,non riesce a consolarci.

La roulette russa,insieme alla caccia al cervo, è il fulcro con cui Cimino dà un ulteriore senso alla sua storia: se la caccia al cervo all'inizio non è nient'altro che un "gioco",un passatempo,dopo le debilitanti torture De Niro non potrà non riconoscersi nella preda perché la caccia ha esattamente lo stesso schema del gioco dei vietcong. Ciò che prima era affrontato con superficialità acquista un nuovo significato alla luce di tragiche esperienze.

Perché Il Cacciatore è anche questo,un film che mostra la terribile distruzione idealistica e umana che la guerra ha sugli uomini.
La maschera di Walken nel finale è qualcosa che và oltre il concetto stesso di cinema,così come le prove tese di tutti gli attori nelle scene più dure. Perché lavorare in un film così li ha resi proprio quei personaggi,li ha spossati come loro,fisicamente e psicologicamente,e lo spettatore segue a ruota.
Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  14/07/2010 07:52:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti.
elio91  14/07/2010 09:08:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie,abbiamo commentato a poche ore di distanza vedo.
Devo dire che era mia intenzione vederlo da mesi ma ho sempre ritardato anche se già avevo visto buona parte del film (o forse tutto) anni fa,ma non lo ricordavo.
Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  14/07/2010 11:34:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Invece a me questo film non ha mai ispirato.
Poi l'altro giorno ho sentito qualcuno parlarne molto bene e mi sono deciso a vederlo.
Io credevo fosse una mattonata da 3 ore sulla guerra, con scene di sparatorie per tutta la durata.
Invece in questo film la guerra è solo uno sfondo, il film mira a tutt'altro.
elio91  14/07/2010 12:48:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esattamente,però le scene di guerra sono di una tensione e di una violenza insostenibile!
Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  14/07/2010 13:03:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, sono violente soprattutto perchè ti colpiscono all'improvviso...quasi come un pugno nello stomaco.
Nella scena che precede la guerra tutti si divertono al bar, un momento dopo è l'inferno!
Poi, come ho scritto nel commento, la violenza è più che altro psicologica, il fatto di sapere se il colpo partirà o meno ti turba più della testa che schizza sangue.