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WILL HUNTING GENIO RIBELLE regia di Gus Van Sant

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JOKER1926     7½ / 10  19/03/2012 12:52:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il soggetto offerto nel film di Gus Van Sant riguarda la personalità di Will Hunting , un giovane orfano padrone di un immenso bagaglio culturale e di apprendimento, il termine da abbrancare subito in considerazione, ovviamente, è quello di Geniale.
La genialità insomma è ciò che poi, effettivamente, offre il titolo alla pellicola del 1997, "Genio ribelle".
Van Sant mette in scena una storia di grande forza e lo fa attraverso una sceneggiatura addensata composta da personaggi di grandissimo spessore mentale, tutti empatici e caratteristici.
Oltre al ragazzo prodigio, interpretato alla grande da Matt Damon, abbiamo in scena un buonissimo ed efficacissimo Robin Williams nella parte del professore, la prestazione di questo ultimo ricorda quella de "L'attimo fuggente" anche se il Williams di "Genio ribelle" è più concreto e brillante, insomma il film appena enunciato sembra esser più pratico e meno teorico/retorico del pur sempre grande film del 1989.

"Genio ribelle" è una di quelle produzioni cinematografiche che rimane dentro, dunque per lo spettatore sarà difficile dimenticare tutta la brillantezza che esplode in questo determinato lavoro di Van Sant, ad esempio, a dettare le regole del gioco ci sono bellissimi dialoghi che perentoriamente sprigionano un qualcosa di filosofico e di acutissimo, essi viaggiano sul binario parallelo del contesto concettuale almanaccato dalla regia, qui siamo in una scatola nera di intellettualità e di profondità e dinamismo mentale. Difficile allestire di meglio.
La bella fotografia, la buona musica (stile "Mission" di Morricone) donano maggiore importanza al film, belle poi alcune inquadrature specie quella dell'aereo che allontana il protagonista dalla sua amata, si avvertono strane sensazioni. Da sottolineare in tutto ciò, anche un ritmo incalzante, specie nella prima parte, che offre al pubblico scene di confronto culturale di alto livello, scorrenti ed entusiasmanti.
In "Genio ribelle" sono i fattori positivi a dominare la scena, in lungo e in largo, il tutto gira per il meglio, fra ispirazione, dibattiti, sottile drammaticità e sentimento. L'ultimo ingrediente enunciato è inderogabilmente il fatale manovratore di un finale che più a farsi bello sul lato visivo lascia immaginare, coi famosi punti sospensivi, l'animo dello spettatore sicuro, perlomeno, di assistere ad un epilogo in cui più che la logica è il cuore e la "pancia" a scandire le dinamiche dell'esistenza dell'uomo…