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WILL HUNTING GENIO RIBELLE regia di Gus Van Sant

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Woodman     8 / 10  10/09/2013 17:49:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il Van Sant più controllato, classicista, pacato, sacrificato è stato ovviamente il Van Sant più acclamato, premiato, chiacchierato.

Lontani dalla sporca poesia di "Drugstore cowboy", dalle strade shakesperiane di "Belli e dannati", dalle stravaganze musicogene di "Cowgirl il nuovo sesso", vicinissimi al tradizionale film edificante hollywoodiano.
Ma che grazia, che dolcezza, che sincerità analitica. Il film naviga in acque sicure, garanti di leccaculaggini dall'Academy.
Le performance degli attori sono ottime, le solite cotte golose di Van Sant sono più controllate (ma non si risparmia una sfilata di volti e corpi sensuali, dolenti, stanchi).
Con quest'opera il regista si è definitivamente imposto agli occhi del vasto pubblico, e a tuttoggi è considerato uno dei suoi grandi classici, nonchè il suo film più famoso.
I colori pastello, la malinconia, la cura nella colonna sonora (Elliott Smith, grande), la scelta delle location, l'incapacità di togliere una certa aurea indie ruvida e sbarazzina sono comunque i soliti segni di riconoscimento, che fanno capire come, sì, Van Sant si sia prestato a produzioni più rilevanti e commerciali, ma come continui, senza tradire la sua dialettica e il suo senso visivo, a narrare di gioventù bruciate e ribellione, di conflitti interiori inconciliabili, di riscatto e dignità. Piazzando un finale grandioso che vale da solo tutte le candidature agli Oscar che si è preso. Fra l'altro emblematico, indicativo di come la cinematografia del vecchio Gus non si sia certo arenata.
E abbiamo tutti visto quali grandi capolavori ci ha sfornato dopo (l'orrido "Scoprendo Forrester" escluso).
Fra i momenti memorabili, le opinioni di Williams (splendido) durante la conversazione sul lago, la sfuriata con Minnie Driver, tutta la parte finale.
Costruito bene dal duo Affleck-Damon, vincitori dell'Oscar alla miglior sceneggiatura, si arriva alla fine soddisfatti e magari un po' arricchiti.

Opera di transizione, risultato più alto della sua parentesi blockbuster, "Good Will Hunting" è sicuramente un film da vedere, se non altro per godersi un piatto del tutto commestibile all'interno della difficile ed eclettica carriera di questo pazzesco regista.