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IN THE MOOD FOR LOVE regia di Wong Kar-Wai

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  05/11/2004 21:25:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando sono uscito dalla sala, non avevo parole da profferire raramente mi sono sentito invaso da un pathos irraggiungibile, che poi è abbastanza fuorviante: non eravamo forse noi occidentali i passionali, coloro che esprimevano compiutamente l'emozione interiore più vera? Non pensiamo forse ai giapponesi come dei freddi e inflessibili rigor mortis? Tutt'altro Un'opera dove l'elemento cromatico diventa parte attiva della storia Potrei citare Lean ("breve incontro") per il soggetto ma non il suo brutto sequel americano con la Streep e De Niro C'è comunque una dolce violenza introspettiva, una dimensione quasi fetish, della conoscenza tra telefonate camere in affitto lavoro e cene take away il velluto rosso mosso dal vento, il glamour del melodramma classico portano tutti questi elementi al bisogno sempre più magico dell'incontro e dell'amore Un'altro cineasta avrebbe potuto perdersi in pura artefazione, ma qui tutto è perfettamente sotto controllo: c'è il bisogno di silenzio quando altri fanno rumore (questo sì molto orientale), l'apparente difficoltà a comunicare, l'invadenza dei comprimari del film che ignorano (o fingono di farlo) quel profondo malessere di un sentimento nato con i presupposti peggiori Una realtà intollerabile viene rivelata in questo film, un segreto che si consolida nella fuga dei colpevoli, il tempo è solo testimonianza effimera di un destino tradito ancora una volta "In the mood for love" è cinema che prolunga suo malgrado la nostra coscienza, è cinema dell'umanità soggettiva, con la cinepresa atta a indagare su quei volti così veri e coinvolti da esistere dentro di noi