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MILK regia di Gus Van Sant

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pier(pa)     8 / 10  07/02/2009 13:33:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Milk è un film sociale, che potremmo volgarmente etichettare come "politico".
Gus Van Sant affronta un tema che è risultato e risulta ancora oggi spiacevole. D'altronde è l'antirazzismo in sé che risulta da sempre spiacevole. E allora Van Sant sceglie Sean Penn, e insieme danno vita ad un personaggio storico poco conosciuto, ma in fondo molto importante.
Penn si carica addosso l'energia, la voglia di riscatto, la rivolta storica di un uomo simbolo dell'emancipazione, in fondo simbolo dell'antirazzismo. Così ci troviamo di fronte un ometto un pò effemminato (lode a Van Sant e al suo coraggio di servirsi di uno stereotipo, FINALMENTE!), alla soglia dei quaranta, che si rimorchia in metropolitana i ragazzi più giovani, che in fondo non ha nulla di speciale e che rischia anche di risultare un pò triste. Milk (Sean Penn) non ha nessun progetto di vita, e quello che gli succede gli cade addosso, ricordando una certa, inquietante "gettatezza", che l'omino mediocre ha comunque, sempre la forza di affrontare. Forza che non è mai sua, che carica la speranza di milioni di persone, la speranza di sconfiggere la paura.
Penn è un personaggio sociale, neanche anticamente politico, ma modernamente vivo. Quello che fa non vive di lui, ma degli altri (Harvey Milk lo ribadirà consapevolmente più volte).
La forza del film, alla fine, è questa. Da una parte troviamo la gioia paradossale di chi è attaccato, discriminato, di chi è costretto a combattere per difendersi. Dall'altra la tristezza politica dell'ignoranza, di chi risponde, fondamentalmente, ad una fede. Milk non ce l'ha una fede. La sua posizione non vuole sopraffare l'altra, semplicemente si difende dalla sopraffazione. Se Van Sant mette da una parte la fede politica (neanche così convinta, e sottilmente corrotta), dall'altra non ne schiera una opposta. Per questo siamo semplicemente felici quando Harvey Milk vince la sua battaglia, perchè siamo convinti che la sua vittoria sussista senza che ci sia "lo sconfitto".

Il film è buono per tutti questi motivi. Che poi si possa discutere su Van Sant, sulla sceneggiatura forse approssimativa in certi casi, è altra cosa. E comunque l'Harvey Milk del film è uomo fondamentalmente "sociale", e il suo aspetto "civile" mi sembra affrontato in modo totalizzante. Una storia del genere non può che approssimare necessariamente il riferimento privato, gustosamente intimo. Anzi. Il sacrificio del privato, la sua trasfigurazione nella dimensione pubblica (vero privato di Milk) rende al meglio il personaggio di Sean Penn.
Pal88  08/02/2009 03:00:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La devi finire di dire stron.zate che non si capiscono...di sicuro studi filosofia, perchè solo uno pseudofilosofo (come te) potrebbe scrivere in modo così insensato.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  08/02/2009 12:13:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ognuno scrive come e quanto vuole. Sono anzi ben più graditi commenti approfonditi e ben scritti, rispetto a due righe buttate là. Il commento è perfettamente comprensibile; se vuoi fa' uno sforzo tu per capirlo, altrimenti tieni per te le tue considerazioni.
Bathory  08/02/2009 14:32:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
tranquillo Jelly è solo uno scherzo...Pal88 è un (ritardato) amico mio e di pier(pa)...
pier(pa)  08/02/2009 15:07:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto vero Jelly, comunque ti ringrazio ;)