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LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI regia di George A. Romero

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ULTRAVIOLENCE78     10 / 10  07/07/2008 00:17:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando ci sono delle idee grandiose alla base di un'opera, non importa quanto sia risicato il budget di produzione: questa sarà comunque destinata a diventare un capolavoro (a tal proposito, mi viene in mente lo straordinario lungometraggio di Ulmer “Detour-Autostrada per l’inferno”, nato come b-movie ma assurto a caposaldo del filone “noir”). E sì, perché in questo caso parliamo di un grande film che ha segnato la storia della cinematografia nonché l’iconografia legata al genere horror, elevandosi in poco tempo a vera e propria fonte di ispirazione per numerosi registi (come non ricordare il famoso film di Carpenter “assault on precinct 13”, che nello “script” ricalca molto l’opera di Romero).”Night of the living dead” è una pellicola straordinaria sia sotto il profilo della trama e della tensione emotiva che sotto quello delle tematiche che ne sono sottese. A partire dal prologo all’interno del cimitero sito in una cittadina americana, si attua una “climax” esemplare che procede per tutta la durata del film senza alcun cedimento. In questo crescendo ininterrotto che travolge lo spettatore atterrito con un impeto formidabile, si mette in scena l’uomo, in balia delle sue ansie e paure, dinnanzi all’imponderabile: i morti che tornano in vita che, in una sorta di “trans” ipnotica, si avventano contro gli esseri umani mossi da un spasmodico e irrefrenabile desiderio di ucciderli e sbranarli. Gli zombi, i morti che tornano alla “vita”, sono il sintomo di una Natura che si rivolta contro l’uomo, incapace di dominare le sue azioni arbitrarie e noncurante delle conseguenze che da esse potrebbero derivare (il fenomeno della resurrezione di massa potrebbe essere stato originato dalle radiazioni piovute dal cielo, a causa dello scoppio di un satellite rientrato dal pianeta Venere). Il film segue la vicenda di un gruppo di malcapitati, in cui spicca come soggetto carismatico un afroamericano (scelta mirata a superare qualsiasi tipo di pregiudizio razziale), che, per sfuggire all’attacco degli zombi, si sono rintanati in una casa abbandonata. E qui emerge la grande idea di Romero che, invece di mostrare gli sventurati intenti a fare fronte comune contro la minaccia incombente, delinea lo scontro che tratto tratto si produce tra gli stessi fino a determinarne una irreparabile rottura. In questo modo il regista americano rappresenta la tensione al caos ed al conflitto che segna l’abietta natura dell’uomo: questi, sia nella buona che nella cattiva sorte, sarà sempre portato a prevaricare il prossimo cercando di imporsi senza mediazioni. La reazione del Governo americano all’inesplicabile fenomeno è all’insegna della rappresaglia generale. In questa fase del film, Romero ha modo di oggettivare la sua invettiva alla politica degli USA che in quell’anno (1968) erano impegnati in Vietnam in quella che poi si è rivelata un’assurda, folle e distruttiva campagna militare. L’operazione delle forze militari e di polizia è condotta con una ferocia e un accanimento tali da determinare un ribaltamento dei ruoli, facendo apparire i morti viventi come delle vittime, che in definitiva suscitano un senso di pietà nello spettatore, e i viventi (morti) come degli spietati carnefici. E, in questo senso, si pone come emblematico l’epilogo nel quale si mostra come la repressione attuata dalle Istituzioni finisca per coinvolgere anche gli “innocenti”.
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  02/10/2008 20:29:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ò ultr, ma lo sai che sei davvero bravo?

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ULTRAVIOLENCE78  03/10/2008 01:57:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, ma da quando leggo i commenti di JOKER ho scoperto di non aver capito nulla di cinema...
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  03/10/2008 14:01:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ovvio, ovvio, lui è il maestro, tu sei un essere inferiore.