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LA MOGLIE DI FRANKENSTEIN regia di James Whale

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  25/03/2011 14:49:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rispetto al film precedente subentra un azzeccato cambio di rotta da parte del sempre bravo James Whale,meno orientato su atmosfere gotiche e più stimolato a scandagliare la penosa situazione del "mostro", desideroso di sfuggire quella solitudine che lo perseguita sin dal suo innaturale concepimento.
Whale incoraggia la comprensione della disgraziata condizione concedendo alla creatura un grezzo uso del linguaggio e un'interazione meno istintiva con il prossimo,mentre inquadra nel mad doctor Pretorius,interpretato magnificamente da Ernest Thesiger, la vera essenza diabolica,un manipolatore senza scrupoli che obbligherà Frankenstein ancora una volta a sfidare le leggi della natura.
La scena dell'incontro con l'eremita cieco dichiara senza dubbi l'indole della creatura,violenta solo perché osteggiata e perseguitata,non certo perché incline all'aggressività,anzi,molto umana nella sua richiesta di affetto e comprensione.
Boris Karloff sotto il pesante make-up consolida l'iconografia della creatura in ambito cinematografico e non solo,mentre a dispetto della piccola parte anche la sua compagna resterà radicata nell'immaginario collettivo.Ad interpretarla Elsa Lanchester che nel prologo interpreta la scrittrice Mary Shelley in una ricostruzione del contesto in cui,leggenda vuole,nacque l'idea per il romanzo.
Grande messa in scena ed effetti speciali sbalorditivi, come quelli adottati per le creaturine concepite da Pretorius,uno splendido utilizzo delle luci che rievoca l'espressionismo tedesco per un film importante, tra l'altro pervaso da un certo umorismo macabro che non stona affatto.