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IL GATTO CON GLI STIVALI IN GIRO PER IL MONDO regia di Hiroshi Shidara

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Testu     7½ / 10  24/03/2012 19:17:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo fu il terzo e ultimo lavoro della Toei con protagonista il leggendario gatto, simbolo della casa stessa. Tra tutte, questa serie è quella a cui mi sento maggiormente legato, essendo stata, durante la mia infanzia, la più facile da reperire, contrariamente alla prima avventura, recuperata solo grazie al meticoloso lavoro della scomparsa Art of Grace e... al secondo capitolo, visto fortuitamente solo un paio di volte sui canali locali.

Contrariamente al passato, dove Pero e il clan topesco di turno erano gli unici animali parlanti, in questa nuova sfida vediamo per la prima volta l gatto in un'ambientazione costituita da soli animali antropomorfi e l'ambientazione risulta generalmente più spensierata. Un capitolo con una rispettata atmosfera avventurosa ma più leggera. Ciò non significa che sia un prodotto meno curato: forte dell'essere l'ultimo capitolo risulta il più gradevole dal punto di vista grafico, il problema è che a causa dei cambiamenti potrebbe attirare un pubblico meno vasto. Dispiace inoltre che gli autori non abbiano approfondito maggiormente le località visitate dalla banda di animali, anche solo di sfuggita. Noi comunque non possiamo rammaricarci troppo visto che il canal grande di Venezia e la torre di Pisa, seppur di passaggio, sono comparsi.

Pensandoci bene oggi, le affermazioni di Pero alla fine dell'anime potrebbero suonare in effetti come un addio, anche se in passato pochi di noi se ne potrebbero essere pienamente resi conto. E' pur vero che risultava bizzarro il lasso temporale intercorso tra il primo cavalleresco capitolo e i seguiti ottocenteschi, ma gli spunti per le trame, favola-film-romanzo, non avevano alcun nesso, quindi di nuove valide fonti ispiratrici se ne potevano trovare ancora a iosa. Oggi un'ultima grande produzione senza troppa tecnologia (tipo Ponyo) sarebbe ottima, magari con un'ambientazione spaziale, in un mix tra Spazio-1999 e 1982 di Orwell, con il ritorno degli umani e dei momenti tristi.

Fantasticherie a parte, vale davvero la pena recuperare la trilogia, localizzazioni italiote comprese.