K.S.T.D.E.D. 8½ / 10 12/12/2006 13:42:31 » Rispondi A fare da scenario all’intera pellicola è un’unica casa che con l’andare del film diviene sempre più una prigione dalla quale ognuno cerca di fuggire, perché ognuno, a suo modo, avverte il marcio che c’è in essa; una casa in cui convivono più situazioni ben distinte ma che, per tutta la durata, continuano ad intrecciarsi. E’ impressionante come Siodmak riesca a trasmettere inquietudine con un semplice foglio che si muove, o aprendo quella porta che lo stesso spettatore non desidera aprire perché ciò che potrebbe esserci fuori è inquietante tanto quanto ciò che potrebbe esserci dentro. Ottime la caratterizzazione di tutti i personaggi, l’introspezione psicologica dell’assassino e alcune sequenze in grado di trasmettere un’insolita tensione, come quelle in cantina, o quella finale giustappunto sulla scala a chiocciola.