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OSZI ALMANACH regia di Bela Tarr

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K.S.T.D.E.D.     8 / 10  27/05/2010 13:32:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In "Almanac of Fall" sembra che Tarr sperimenti varie soluzioni registiche al fine di plasmare quello che sarà poi il suo stile definitivo, con cui firmerà i lavori di maggior successo della sua filmografia. In questa pellicola, infatti, il regista ungherese opta per delle soluzioni evidentemente distanti da quelle che generalmente contraddistinguono la sua regia e più in generale i suoi film: piani sequenza meno lunghi del solito (seppur, intendiamoci, di una durata mai indifferente); inquadrature molto meno statiche, anzi, Béla Tarr sperimenta in quadrature di ogni tipo, finanche inquadrature dal basso; azzarda addirittura qualche campo/controcampo, cosa impossibile da riscontrare nelle pellicole successive. Inoltre, al classico b/n, che è caratteristica imprescindibile del cinema del regista, quest'ultimo preferisce il colore e gioca con diverse tonalità (rosso, verde, giallo...) dando vita ad una fotografia davvero stupenda. Tuttavia, nonostante queste differenze, non si fa fatica a riconoscere il tocco di Béla Tarr, e per le scelte musicali e per i temi e le caratterizzazioni dei personaggi. Ancor di più, però, per l'assenza di speranza, lo sfacelo e il cinismo dei quali la pellicola è intrisa. Finale, a tal proposito, cattivo, glaciale e stupendo.

Interpretazioni come sempre perfette, su tutti il fedele Miklós Székely B.