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COLOUR FROM THE DARK regia di Ivan Zuccon

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Crane     9 / 10  22/12/2008 16:12:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sesto film di Ivan Zuccon ed ulteriore passo avanti che porta il regista ferrarese ad una maturità ormai definitiva ed innegabile che, si spera, sia in grado di aprirgli le porte al successo anche a casa nostra, visto che all’estero è seguito ed apprezzato già da parecchio tempo.
“Nessuno è profeta in Patria” dice il proverbio, però sarebbe anche ora di aprire gli occhi e “Dare a Cesare quel che è di Cesare”, perché “Colour From the Dark” non è solo la migliore opera del bravo Zuccon, ma uno dei migliori film horror italiani degli ultimi tempi.
Tornato al suo amore principale (gli scritti di Lovecraft) e coadiuvato per la terza volta ad Ivo Gazzarini alla sceneggiatura, il cineasta di Ferrara costruisce una pellicola tesa ed angosciante che trasporta lo spettatore in un vortice d’orrore sia fisico che psicologico che avrebbe sicuramente fatto la felicità del Solitario di Providence.

Con “Colour From the Dark” Zuccon consegna agli amanti dell’horror il suo lavoro più lineare ed avvincente, senza però rinunciare a quello che ormai è diventato il suo stile registico personale e a passaggi onirici tipici delle sue opere.
La fonte principale del film, “Il Colore Venuto Dallo Spazio”, rappresenta sicuramente uno dei racconti più affascinanti e terrificanti del grande H.P.Lovecraft e già nel passato è stato trasposto su celluloide, prima con “La Morte dall’Occhio di Cristallo” di Daniel Haller con Boris Karloff, poi con “La Fattoria Maledetta” di David Keith ma il sottoscritto, senza timore di essere smentito, è lieto di annunciare che “Colour From the Dark” è il film che più rende giustizia alla controparte cartacea.
Eliminata l’origine extra-terrestre del Male che affligge la fattoria, Zuccon pone sulla scena un’entità della quale non conosciamo l’origine, ma che potrebbe essere vecchia quanto lo stesso universo: niente mostri giganti e tentacolari, nessun essere che dimora in ciclopiche città sottomarine, ma un semplice colore, un riflesso che rappresenta ciò che l’occhio e la mente umana non potrebbero mai concepire. Orrore puro, oltre la materia fisica, il tempo e lo spazio.
Cosa non facile da portare sullo schermo, soprattutto nel creare la giusta atmosfera, ma gli anni passati a leggere gli scritti del Solitario di Providence a Zuccon hanno fruttato la giusta esperienza: proprio per questo “Colour From the Dark” rappresenta l’incursione più genuinamente inquietante e malsana del cineasta nostrano nell’Orrore Cosmico.
Zuccon, assieme al fido Gazzarini, è stato bravo nel manipolare il materiale di partenza rimanendogli comunque fedele: sul tema non nuovo, ma sempre affascinante, della disgregazione del nucleo familiare (qui presentato in maniera atipica con due sorelle più zio) viene edificato un architrave narrativo lento ed incalzante allo stesso tempo, con una crescente costruzione della tensione che letteralmente esplode nell’ultima mezz’ora della pellicola.
In questo senso Zuccon dimostra enormi passi da gigante sia come narratore che come film-maker in generale: un intreccio maggiormente lineare, ma non per questo più banale o meno affascinante del solito, viene quindi sorretto dalla regia eclettica e visionaria del cineasta nostrano, mai così ispirato ed equilibrato.
Non è solo la regia a brillare di luce propria, ma proprio il comparto tecnico in generale a stupire, tenendo peraltro conto di trovarsi di fronte, ancora una volta, ad una pellicola indipendente. Un grande lavoro è stato compiuto sulla fotografia, che durante il film compie un’evoluzione che ha dello straordinario: dalla calda e colorata luce d’inizio film, man mano che l’entità acquista forza e corrompe le menti dei protagonisti, lascia spazio a cromatismi sempre più spenti e grigiastri, fino a trasformarsi in un elegante (quasi) bianco e nero sul finale.
Va da sé che in tal modo Zuccon è riuscito in maniera encomiabile a portare sullo schermo un Orrore difficile da decifrare ed impalpabile, un Male Puro contro il quale né la Ragione, né la Religione (si noti l’impotenza del prete, nonché l’inutilità dei crocifissi) possono fare qualcosa.
Possessioni, visioni disturbanti, sogni premonitori e criptici, manifestazioni più o meno inquietanti si susseguono senza sosta per tutta la durata della pellicola e il regista emiliano mette in luce quanto sia cresciuto nella gestione della tensione e delle attese (ora calibrate davvero bene), oltre che nei momenti più incalzanti e “d’azione”.

Buoni gli effetti digitali e ottimo l’utilizzo del make-up, con un uso intelligente e mai forzato, ma incisivo al punto giusto, dei dettagli gore e sanguinolenti, che fanno sempre la loro bella figura.
La recitazione può ancora migliorare, ma contributi importanti provengono dalla star dei b-movie Debbie Rochon (più di 100 pellicole all’attivo) e da un’ottima ed ispirata Marysia Kay nei panni della sorella minore autistica di Lucia.
Per concludere “Colour From the Dark” è l’ennesimo passo in avanti di Ivan Zuccon, regista/autore ormai sempre più basilare nell’esportare dai confini del nostro Paese l’horror italiano: peccato che proprio in Italia non tutti se ne siano accorti, ma il sottoscritto è certo che con il suo sesto lungometraggio le cose cambieranno una volta per tutte.
I tempi de “L’Altrove” sembrano ormai lontani e Zuccon, anno dopo anno, pellicola dopo pellicola, sta costruendo una filmografia che assumerà sempre più peso per quanto riguarda il cinema di genere di casa nostra.
Siamo giunti ad un punto nel quale il regista ferrarese non è più tenuto a dimostrare niente a nessuno: talento, visionarietà, originalità nella messa in scena e nella scelta dei temi rendono Zuccon un cineasta forse ostico per qualcuno, ma ormai di indubbio valore.
Ora non resta che attendere il prossimo lavoro, per la conferma definitiva.
Macs  29/01/2009 11:31:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cercherò di vederlo al più presto. Ma è davvero arrivato nei cinema italiani nel gennaio 2008?