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LO SPECCHIO regia di Andrei Tarkovskij

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Marco Iafrate     9 / 10  12/06/2007 22:26:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comprendere ed apprezzare un film di Tarkovskij è già di per se non facile cosa, comprendere ed apprezzare un film come Lo Specchio richiede come minimo la conoscenza della biografia del grande regista russo per capire il significato di tante immagini che si susseguono apparentemente senza un filo logico, l'insieme dei numerosi flashbacks autobiografici potrebbero lasciare spiazzato lo spettatore che approccia ad un film di Tarkovskij per la prima volta.
Dal suo letto di morte un uomo rivive tutto il suo passato, del rapporto con la madre, figura importante della sua vita, miscelando oniricamente ricordi della sua infanzia, della sua esperienza coniugale, della sua separazione con la moglie, della sofferenza avuta dalla separazione dei suoi genitori e la conseguente scelta di andare a vivere con la mamma. In un flash è figlio, in un altro è marito, in un altro ancora è padre.
Durante il film si colgono riferimenti alla guerra civile spagnola, al terrore Staliniano con la stupenda scena della madre che , da giornalista, entra una sera nella tipografia della redazione con il dubbio di aver scritto una parola sbagliata consapevole che tale errore può costarle la deportazione in siberia.
Assistiamo al fungo della bomba atomica, alla Cina di Mao, alla presa di Berlino con le foto del presunto cadavere di Hitler, tutto in un' altalena di immagini che lascia storditi, ipnotizzati, affascinati.
"Ai presentimenti non credo e i presagi non temo. Ne calunnie ne veleni io fuggo. Sulla terra non esiste la morte tutti siamo immortali. Tutto è immortale c'è solo realtà e luce".
Invia una mail all'autore del commento wega  26/10/2008 15:46:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non l' ho proprio capito 'sto film, non saprei nemmeno come iniziare. Ma ti faccio la stessa domanda del Mereghetti: Ma perchè piove sempre in casa?
Marco Iafrate  26/10/2008 22:57:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prova a pensare ad un viaggio interiore dove, attraverso lo specchio, il regista cerca la figura materna per una conferma di identità. Scavare nel passato, ritrovare la madre attraversando la figura del padre, regredire tornando bambino per un irrefrenabile desiderio d'infanzia, lo specchio come strumento rivelatore. Il resto è un fondersi tra storia e animo umano con gli episodi degli anni dello stalinismo o l'incubo di una nuova incursione mongola; sono salti di memoria che il protagonista alterna continuamente intrecciando il presente con il sogno. Alla domanda "perchè piove sempre in casa" non so rispondere perchè non l'ho capita! Forse perchè stasera ho proprio sonno! Ciao. :-D
Invia una mail all'autore del commento wega  27/10/2008 23:43:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ammazza, ma da dove le hai capite tutte queste cose...lo dovrò rivedere, eh già. Sì perchè piove in casa ogni tanto, e ci casca pure l' intonaco dal soffitto!!ahahah dai, buonanotte. Però bella la scena iniziale che è un incrocio tra la carrellata dell' inizio di "Sentieri selvaggi", con dei rami a far da cornice dello sfondo, e la carrellata di "Vertigo", perchè a un certo punto l' orizzonte si allontana pur avanzando l' inquadratura, proprio quando sta per passare attraverso la cornice/ramo. Bella.