rep01 9 / 10 07/02/2006 00:42:12 » Rispondi In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare.
Particolarità di Stalker è la grandissima difficoltà ad entrare nella logica del regista, senza cui non si potrebbe mai capire questo film. Una volta riuscitici, però, tutto diventa terribilmente chiaro. A seconda delle proprie intime convinzioni quello che Stalker trasmette può essere chiamato e definito in diverse maniere, ma la sostanza rimane sempre la stessa. Quello che scriverò difatti verrà mediato da quella che è la mia visione, la mia idea di Spirito e spiritualità, ma, cambiando la terminologia, il discorso rimarrebbe sostanzialmente immutato. Stalker è un film estremamente complicato, dunque, ma non lascia scampo, non concede nulla al fraintendimento, a meno che non si guardi questo film col chiaro intento di costruire i più improbabili castelli mentali. D'altra parte la difficoltà di Stalker è proprio questa: stimola una fortissima tentazione a cercar le speculazioni metafisiche più impensabili, quando invece tutto sarebbe più semplice se ci si limitasse a guardare le cose per quello che sono. La Logica ed il Cinismo, lo Scrittore e lo Scienziato, entrano nella misteriosa Zona: un posto al quale si potrebbero dare i significati più strani ed impensati, ma che invece è sufficiente trattare per quello che è, una "zona", appunto. La loro guida è lo Stalker, ovvero "colui che s'avvicina furtivo", un personaggio fortemente intriso d'Amore in luogo della Fede, perché la Fede è Amore, un personaggio apparentemente debole, quasi squilibrato, ben fragile a fianco ai forti rappresentanti della Ragione, ma che in definitiva invece si rivela molto più forte di ciascuno di loro. In Stalker la forza dello Spirito, della Fede si dimostrano più forti di Logica e Cinismo, strumenti potenti ma dalle basi fragili, se non supportati dall'Amore, di cui invece è intriso la loro guida, che difatti è l'unico capace di affrontare un viaggio che diventa di fatto una riscoperta del proprio essere. Nel Vangelo secondo Matteo, alla domanda degli Apostoli "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?" Gesù risponde: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli." In questo passo, trasfigurato invero nel messaggio evangelico del quale Tarkovskij da' una sua reinterpretazione, è sintetizzato l'intero senso del film: Logica e Cinismo sono caratteristiche dell'essere adulti, mentre l'Amore innocente e lo stupore per la vita sono proprie dei bambini. Dimenticare il proprio essere bambini per diventare persone dure ed arcigne, quindi invecchiando anzitempo perdendo la propria spiritualità, significa spingersi ineluttabilmente verso una morte che previene quella fisica. Per questo lo Stalker, per quanto tormentato, riesce a resistere ad ogni pressione, a non smarrirsi, riesce a muoversi attraverso la Zona in quello che si trasforma invariabilmente in un viaggio in sé stessi senza possibilità di scampo. Perché la guida è detta Stalker? Perché un viaggio nella propria interiorità, che culmina con l'entrata nella Stanza ove, con la realizzazione del proprio desiderio più intimo, si scopre quello che ogni uomo è effettivamente diventato, non può essere diretto, lineare: una scoperta del genere non può avvenire in maniera rapida, dev'essere figlia d'un percorso travagliato nel quale s'acquista una consapevolezza progressiva del proprio essere. Non è possibile altrimenti: accettarsi per quello che si è è necessariamente un percorso lungo e progressivo alla fine del quale non è detto che si raggiunga poi il traguardo. E' quello che capita in questo caso: chi soggiace alla Ragione senza accettare l'Amore, chi non riconosce lo Spirito, è condannato ad essere sconfitto. Lo Stalker è un Angelo, anche solo nel significato etimologico del termine, è un Messaggero che porta il messaggio dello Spirito, dell'Amore e quindi implicitamente della Fede, senza cui non si può vivere con pienezza la vita. Lo Stalker è l'unico, dei tre personaggi, a conservare con il proprio Amore la Dignità. Egli è puro, e per questo può guardare dentro sé stesso, e per lo stesso motivo non entra nella stanza: non ne ha bisogno, e quindi proprio per questa sua caratteristica insita non deve chieder nulla per sé. Lo Scrittore e lo Scienziato, invece, nonostante il loro percorso non riescono ad abbandonare la sudditanza dalla Ragione, non riescono a mondarsi ai loro stessi occhi, manca loro lo Spirito, manca loro l'Amore, manca loro la Dignità. Una lezione di cinema immaginifico ma puntuale, fortemente simbolico ma estremamente chiaro: è la grandezza di chi travalicando il classico utilizzo degli strumenti di comunicazione riesce a risultare comprensibile, chiaro e netto.
emans 07/02/2006 13:29:22 » Rispondi sul fatto che sia estrememente chiaro non sono daccordo...
rep01 07/02/2006 13:32:33 » Rispondi A mio avviso è la comprensione della logica del film che è indubbiamente complicata, ma una volta colta ho trovato che questo fosse relativamente lineare in tutte le sue implicazioni.
maremare 07/02/2006 01:18:56 » Rispondi nvedi che spoiler! interessante, anche se un po' troppo 'cattolico' ;)
hai letto il mio speciale? mi piacerebbe avere una tua opinione
rep01 07/02/2006 13:30:23 » Rispondi vD'altra parte già solo dall'incipit si poteva capire quale sarebbe stato il tono del mio commento. :-) Del tuo speciale, di cui ho letto solo la parte di Stalker perché è l'unico film che conosco di Tarkovskij, ho trovato interessante l'insistenza sulla figura della bambina, che effettivamente nonostante la sua secondarietà ha un'influenza centrale sulla definizione dello Stalker, o almeno è ciò che vi ho letto io, proprio per i connotati che tu hai sottolineato: ad esempio il fatto che lui non desideri la guarigione della figlia, almeno non fino al punto da entrare nella Stanza, è molto significativo.
GLAMP 07/02/2006 16:01:54 » Rispondi Siamo sicuri che lo Stalker non voglia la guarigione della bambina? O che non sia entrato mai nella stanza segreta? Il finale potrebbe lasciare aperte varie interpretazioni.
rep01 07/02/2006 19:51:30 » Rispondi Se non ricordo male è lo Stalker stesso che nega entrambe le ipotesi: non è mai entrato nella Stanza e dice che per sua natura non deve desiderare nulla. Il finale esalta il valore dell'Amore, dando anche un simbolo di speranza, mi sembra.