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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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Crimson     9½ / 10  06/06/2007 14:29:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
'La vita mi prendeva,
sotto l'ala mi proteggeva,
mi salvava, ero davvero fortunato.
Eppur questo non basta.'

Il desiderio e la ricerca, ma anche l'insoddisfazione, ed è questo il tema sul quale mi piace riflettere maggiormente. 'Stalker' è un film che cattura lentamente le proprie emozioni e riflessioni, ed evoca un processo di introspezione notevole, che và di pari passo a quello che avviene nei tre personaggi.
Tarkovskij sembra far di tutto per rendere insopportabili lo scrittore e lo scienziato, inappagati e miscredenti, e per questo arrendevoli difronte al passo decisivo. Non credo che lo stalker faccia molto di più. Si pone il limite morale a qualcosa che rientra nell'inspiegabile, e francamente arrivo persino a detestare, nel corso della terza visione del film, i tre personaggi. Sarà probabilmente che in ognuno di essi scorgo una parte della mia personalità, e il riflesso della più profonda insoddisfazione. E' questo caleidoscopio a rappresentare per me la più grande fonte di attrazione e di passione che questo film ha progressivamente svelato dentro me. Lo stalker è colui che pone interrogativi e riflessioni esacerbanti sulla vita, sull'arte, che ha trovato un senso nella sua funzione ma che non trova appagamento perchè non ha nessun feedback dagli altri, e si tormenta perchè non capiscono. Lo scrittore lo colpevolizza costantemente, ha dei saltuari pentimenti che non appaiono veraci ma come subdola autocommiserazione. Ha perso l'ispirazione, ha perso tutto, non crede che ci sia altro dopo aver verificato che tutto ciò che è tangibile non ha significato. Lo scienziato ha sentimenti di rivalsa, anche lui divorato dall'insoddisfazione. Confonde la propria aspirazione per il libero arbitrio e decide di far saltare tutto, perchè se entrassero nella stanza persone che celano desideri nascosti malvagi che cosa accadrebbe? ma anche lui cade vittima dell'incompiutezza della propria scelta.
Il personaggio che ammiro di più è così la moglie dello stalker, che secondo il mio modesto parere accetta e si rassegna agli avvenimenti, accetta la propria mediocrità, la propria incompiutezza, e vive ciò che le spetta. Ma prova insoddisfazione?
Per il resto, parlano da sole le immagini, i silenzi, i vuoti, e le parole meravigliose che si rincorrono nelle poesie di Tarkovskij padre.
Questo film è un'opera d'arte.
Per favore, se qualcuno fosse in possesso della strepitosa poesia che recita la bambina nel finale me la riporterebbe nella risposta al commento?

'I try to see the real me, but there's someone else in here'
Alessandra 1  23/07/2007 19:14:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho apprezzato il tuo commento perchè traspare che vai alla ricerca di SIGNIFICATI, partendo dall'insoddisfazione, dal disagio. Il senso di inutilità è la voce più autentica di noi, come si può negare? Spesso la vera arte non viene compresa perchè non si ha la forza di ascoltare ciò che realmente si sente. Quasi tutti sprecano la vita a fingere che tutto va bene, e non appena qualcuno, come Tarkovskij, dice: ma che senso ha??, molti gridano allo scandalo, dicono che è un film noioso, per paura di aprire quella porta, che poi è l'unica che sia realmente importante.
Vivere senza avere la forza di chiedersi: perchè? Che senso ha? penso equivalga a essere degli zombie. Porsi la domanda e poi subito rispondere con fantasie e metafisiche ripropone la pavidità.
Perchè le domande si considerano sensate solo se ad esse segue una risposta?
Se, come tu dici, è davanti ai nostri occhi che ciò che è è senza significato, resta niente? Il fatto che l'ente è non può essere racchiuso nei piccoli e miseri sensi, obiettivi, a cui noi siamo abituati. Tutto questo, senza senso, c'è. Senza fondamento, c'è. Senza spiegazione c'è.
Credo sia onesto, veritiero, e sommamente interessante aprirsi al mistero, piuttosto che ostinarsi a colorare di pagliacciata lo scarno e abissale mistero della nostra esistenza.
"Tutti hanno motivo di dolore, ma più di tutti colui che sa e sente che egli è. Tutti gli altri dolori sono, a paragone di questo, come giochi a paragone di cose serie. Perchè sperimenta seriamente il dolore chi sa e sente non solo ciò che è, ma che egli è. E chiunque non abbia mai sentito questo dolore può in verità addolorarsi perchè non ha mai sentito il dolore perfetto" Anonimo inglese del trecento
Crimson  24/07/2007 00:16:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti ringrazio per le parole. Tuttavia ogni volta che mi apro al mistero, come dici tu, ho quasi l'impressione di prendere per il **** me stesso.
Le parole dell'anonimo inglese che citi non mi sembrano molto difformi da quelle di Kierkegaard circa 'il testimonio della verità'.
Non è però un bel periodo per leggere Kierkegaard nè tantomeno per ripetere che la mia esistenza è inutile e senza senso, giacchè ogni giorno è così trovo che sia inutile ribadirlo...meglio occupare la maggior parte del tempo nella musica, nello sport e nel cinema, e soprattutto, a dire caz.zate. E' così bello dire e fare caz.zate. Ciao
Crimson  24/07/2007 00:20:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comunque, le parole della poesia della bambina:

amo gli occhi tuoi amica mia
il loro gioco splendido di fiamme
quando li alzi all'improvviso
e come un fulmine celeste
guardi veloce tutto intorno

ma c'è un fascino più forte
gli occhi tuoi rivolti in basso
negli attimi di un bacio appassionato
e fra le ciglia semichiuse
il cupo e fosco fuoco

(A. Tarkovskij)
Alessandra 1  02/08/2007 12:55:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dalla tua risposta deduco che non ho espresso bene quello che volevo esprimere, e poi è comunque un tema che in rare circostanze può essere trattato, la parola non senso è la parola proibita, fa indemoniare anche i santi. In questa sede ne ho parlato perchè il tuo commento a Stalker mi ha fatto pensare che tu non appartenga alla schiera di persone secondo cui è bello dire e fare *******. Me l'ha fatto pensare il fatto che individui nel disagio e nell'insoddisfazione dei valori.
Per me il criterio di ricerca - vivere è sempre cercare, anche se si cercano ******* c'è una ricerca in atto in cui l'oggetto della ricerca sono le ******* - è uno: l'autenticità. Perchè dici che aprirsi al mistero è una presa in giro? Se la risposta ultima non c'è, la presa in giro consiste nel distogliere lo sguardo, facendo *******, o forse potremmo dire che è l'atteggiamento conforme al nostro limite di sooportabilità. O affronto ogni domanda, o non me la sento, allora mi distraggo, e questo è rispettabile, non può che esserlo, trovi quello che cerchi, e ognuno cerca in proporzione alla propria intensità e al proprio bisogno di vero. Ma è solo lecito dire: non mi apro al mistero perchè non me la sento, perchè dici che è una presa in giro?
Poi volevo dirti che la tua risposta dà per assunto che alla mancanza di senso debba seguire un giudizio negativo, ma in realtà, una volta visto il non senso, il passo successivo, consistente nel giudizio negativo, non è giustificato. Si racconta che dopo che Sartre disse a una conferenza: l'esistenza precede l'essenza, alcune persone si uccisero. E' doveroso fare questa riflessione: se diciamo: l'esistenza precede l'essenza, è vero. A questo punto un atteggiamento onesto sarebbe chiedersi cosa veramente significa esistenza, cosa significa non senso, e sopratutto notare che, inspiegabilmente, qualcosa c'è, non è importante il senso, l'immensamente rilevante è il fatto che qualcosa c'è. La scoloritura derivata dall'insensatezza non ha potere nullificante, ma essenzializzante: caduti gli orpelli, resta l'essenziale, ma è chiaro che se uno desidera gli orpelli, e non la verità, giammai vorrà ammetterne la vanità.Tuttavia, dopo la conferenza di Sartre qualcuno pensò: l'esistenza precede l'essenza, quindi mi uccido. Quel passaggio, se siamo onesti e rigorosi nel pensiero, è ingiustificato.
Penso che siamo troppo abituati a pensare in termini angusti, meglio l'indifferenza, meglio la disperazione, paradossalmente preferiamo indifferenza o la disperazione a una onesta apertura, temiamo l'apertura, perchè ci lascerebbe senza afferramento, siamo troppo abituati a collocarci in qualcosa, anche se è la nostra catena ne abbiamo bisogno.
Chissà se savolta mi sono espressa un pò meglio, sono temi troppo grandi, la limitatezza di questo mezzo non aiuta, scusa se sono stata confusa.
Un caro saluto
ds1hm  06/06/2007 14:37:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sei ancora tra noi....
Crimson  06/06/2007 14:55:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì ci sono, sporadicamente come al solito ma ci sono. E' un gran piacere ritrovarti! tutto bene?